Salviamo il Pronto Soccorso di Carpi, il Pd interroga l’Ausl

Il Partito democratico di Carpi ha presentato due interrogazioni riguardo il sistema di notifica e recupero crediti messo in campo dall’Ausl e lo stato del pronto soccorso dell’ospedale Ramazzini dove il personale è ormai allo stremo delle forse con inevitabili ripercussioni sul servizio reso all’utenza. Servono risposte e in fretta perchè sulla salute - di operatori e cittadini - non si può lesinare. Avere un Pronto Soccorso efficiente, con spazi e risorse umane adeguati, è il risultato più importante che dobbiamo portare a casa.

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Per quale motivo l’Ausl ha scartato la possibilità di notificare tramite gli strumenti digitali esistenti le posizioni a credito, semplificando la vita dei cittadini che ne hanno scelto l’utilizzo? Lo chiedono con un’interrogazione rivolta all’Ausl di Modena, per il tramite dell’amministrazione comunale,  i consiglieri del Gruppo Pd – Carpi 2.0. Il gruppo consiliare ha infatti interrogato l’Azienda sanitaria riguardo il sistema di notifica e recupero crediti recentemente al centro delle cronache a causa di numerosi disservizi fra cui la mancata consegna diretta delle raccomandate per le quali è stato allestito un unico punto di ritiro a Modena con orari limitati e spazi inadeguati; il mancato utilizzo di mezzi digitali e i costi esorbitanti addebitati al cittadino per la notifica e il recupero, che in alcuni casi hanno significato un aumento della spesa anche di più del 50 per cento. I consiglieri chiedono per quale ragione l’Ausl abbia utilizzato le banche dati in proprio possesso o fornite da  terzi solo per fare un controllo ex-post, quando un controllo mirato e immediato avrebbe permesso di ridurre le posizioni contestate, soprattutto per quanto riguarda le difformità tra fascia dei redditi e ticket dovuto.

La seconda interrogazione presentata riguarda invece le gravi lacune del Pronto soccorso dell’Ospedale Ramazzini, problematiche annose e comuni a molte zone d’Italia. Criticità che si ripercuotono sul servizio reso all’utenza e rendono le condizioni di lavoro insostenibili per gli operatori provati da due anni di pandemia e sottoposti a uno stress psicofisico acuito da frequenti  aggressioni verbali. Problematiche che, si legge nel testo dell’interrogazione, “hanno provocato un elevato numero di mobilità e trasferimenti (basti pensare che almeno tre infermieri se ne sono andati solo negli ultimi tre mesi) fenomeno che a sua volta, si è ripercosso sui mancati riposi del personale presente (ci sono operatori che non fanno riposi per oltre 18 giorni); senza contare tutti coloro che hanno chiesto di essere trasferiti in altri reparti e aspettano da anni, in quanto non ci sono nuovi ingressi di unità per le sostituzioni”.

Personale che continua a operare in “ambienti inadeguati” mentre i lavori di ristrutturazione “sono ancora in via di completamento, ma ci sono criticità che non possono più attendere come ad esempio l’intervento sulle aree per gli operatori e i  percorsi pulito/sporco in merito al rischio contagio”, prosegue l’interrogazione.

Ancora irrisolta poi la questione relativa ai promessi spazi aggiuntivi: “era stato proposto di utilizzare il container in uso alle camere ardenti, in modo da liberare l’attuale area attesa parenti  oppure di sfruttare l’area ex eliporto per la gestione della sanifica dei mezzi (attualmente lontana dall’ospedale), ma su questi importanti temi non si sono ricevute risposte e i problemi permangono”.

A fronte poi della “continua fuga dai Pronto soccorso dei medici verso impieghi meno gravosi e con carichi di lavoro più economicamente remunerativi”, il Pd chiede all’Ausl un riscontro riguardo a questi problemi e i dati sugli accessi nei pronto soccorso di Carpi e Mirandola, compresa la residenza dei pazienti presi in carico (quanti sono i reggiani che accedono al Ps di Carpi?) e se i tempi di attesa medi rispettano quelli dettati dalla Regione.

Cgil, Cisl e Uil dal canto loro hanno richiesto un incontro urgente all’Ausl per fare il punto “sul piano ferie estive” in considerazione del preoccupante sottorganico di alcune unità operative e “sulle modifiche organizzative che l’azienda sta predisponendo, come l’aumento dei posti letto della Medicina d’urgenza dell’Ospedale di Carpi, anche alla luce delle notizie preoccupanti in relazione alle cessazioni di personale interinale e a tempo determinato”.

Il nostro ospedale merita di più, così come la cittadinanza. L’Ausl deve dare risposte e in fretta, perchè sulla salute – di operatori e cittadini – non si può lesinare. Avere un Pronto Soccorso efficiente, con spazi e risorse umane adeguati, è il risultato più importante che dobbiamo portare a casa. 

Jessica Bianchi