L’ostello mancato, succede solo a Carpi

A dieci anni di distanza, Legambiente e Appenappena sono ancora in attesa di usufruire di un diritto acquisito vincendo il bando: oggi sono ancora disposti ad accollarsi l’onere di gestire una struttura impegnativa come un ostello, facendo i conti col Covid e con dei prezzi energetici schizzati alle stelle? Condizioni e scenari sono lontani anni luce da quel lontano 2012 e il tema della sostenibilità sul lungo termine è a dir poco delicato. A breve (forse) il CUC si esprimerà e le due associazioni avranno qualcosa di concreto su cui fare le opportune considerazioni. Per conoscere quale sarà lo sorte di un edificio che sarebbe dovuto diventare operativo dieci anni fa dobbiamo dunque ancora attendere.

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Succede solo a Carpi. La premessa è doverosa dal momento che questa partita è aperta da ben 10 anni. Un lasso di tempo durante il quale sono totalmente mutati gli scenari, così come i bisogni. Stiamo parlando dell’Ostello o, perlomeno, della struttura che dovrebbe ospitarlo, negli spazi dell’Ex Foro Boario. La vicenda è ormai nota, nel giugno del 2012 la gestione dello stabile venne concessa dal Comune di Carpi – proprietario dei muri – al Circolo Legambiente di Carpi, Novi e Soliera e all’associazione culturale Appenappena. Aggiudicazione a cui non seguì mai la consegna, dal momento che, a causa del sisma, gli spazi vennero occupati da Aimag che vi rimase per sette anni. Poi il nulla. 

Quale sarà la sorte dello stabile, costato 1 milione e 300mila euro, e il cui progetto era nato vecchio già dieci anni fa?

Il CUC (Ufficio Gare del Comune) in questi giorni sta vagliando la proposta depositata, ormai due anni fa, dagli aggiudicatari del bando per capire se il progetto originario può essere in qualche modo modificato per rendere la struttura maggiormente rispondente alle necessità odierne. 

Resta comunque impensabile che il mondo dell’associazionismo possa farsi carico dei circa 100mila euro necessari per ammodernare l’edificio (vedi alla voce camerate e docce aperte) e renderlo così fruibile e sicuro anche alla luce della pandemia e di una nuova concezione di viaggio e ospitalità. 

D’altronde succede solo a Carpi (vedi alla voce Caffè del Teatro) che chi si aggiudica la gestione debba farsi carico della ristrutturazione e dell’arredo degli spazi di cui godranno poi anche i locatari successivi.

A dieci anni di distanza, Legambiente e Appenappena sono ancora in attesa di usufruire di un diritto acquisito vincendo il bando: oggi sono ancora disposti ad accollarsi l’onere di gestire una struttura impegnativa come un ostello, facendo i conti col Covid e con dei prezzi energetici schizzati alle stelle? Condizioni e scenari sono lontani anni luce da quel lontano 2012 e il tema della sostenibilità sul lungo termine è a dir poco delicato. A breve (forse) il CUC si esprimerà e le due associazioni avranno qualcosa di concreto su cui fare le opportune considerazioni. 

Per conoscere quale sarà lo sorte di un edificio che sarebbe dovuto diventare operativo dieci anni fa dobbiamo dunque ancora attendere. Succede solo a Carpi.

Jessica Bianchi 

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