Vaccinazioni e profughi: poliomielite e morbillo fanno paura in Ucraina, occorre tenere alta l’attenzione

“Persone che scappano dai bombardamenti e che noi accogliamo a braccia aperte ma che vorremmo avessero a loro volta il braccio scoperto per così dire, per essere vaccinate non solo per il Covid ma anche per altre patologie infettive, dalla poliomielite al morbillo” sottolinea il professor Andrea Cossarizza, immunologo e docente dell'Università di Modena e Reggio Emilia.

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Sfiorano quota 17mila i profughi arrivati in Emilia Romagna dall’Ucraina e solo nella nostra provincia sono già stati rilasciati 2.446 codici STP – Straniero temporaneamente presente (334 nella città di Carpi) che consentono l’erogazione dell’assistenza sanitaria necessaria.

“Sono giovani, madri coi propri figli, – spiega Antonio Brambilla, direttore generale dell’Azienda Usl di Modena – l’età media infatti è di 24 anni e al momento i numeri sono assolutamente gestibili”.

“Persone che scappano dai bombardamenti e che noi accogliamo a braccia aperte ma che vorremmo avessero a loro volta il braccio scoperto per così dire, per essere vaccinate” aggiunge il professor Andrea Cossarizza, immunologo e docente dell’Università di Modena e Reggio Emilia. Il primo screening a cui vengono sottoposti i profughi è quello per il Sars-Cov-2: su 1.983 persone sottoposte a tampone, sono state rilevate 82 positività mentre sono già state eseguite 377 vaccinazioni anti Covid.

L’attenzione però deve essere mantenuta alta non solo sul versante Covid: già prima della guerra infatti l’Ucraina era alle prese con un focolaio di poliomielite e nel Paese anche morbillo e tubercolosi costituiscono un problema.

“Le vaccinazioni – spiega Silvana Borsari, direttore sanitario dell’Ausl di Modena – vengono offerte subito sia agli adulti che ai bambini e, in particolare, a quelli della fascia 0 – 6 anni affinché possano accedere a nidi e scuole dell’infanzia e i minori vengono anche screenati per la Tbc”. 

Le Pediatrie di comunità stanno lavorando in sinergia con i punti dedicati alla prima accoglienza e anche grazie ai mediatori culturali stanno sensibilizzando i profughi sulla necessità di eseguire le vaccinazioni che in Italia sono obbligatorie ai fini della frequentazione scolastica come ad esempio l’anti polio e l’anti morbillo.

Quanto poi i profughi aderiscano a tale invito non è dato sapersi poiché, sottolinea Brambilla “i dati non sono ancora definitivi” e anche perchè aggiungono sempre dall’Ausl alcuni minori giunti sin qui continuano a seguire le lezioni nelle loro città d’origine seppure a distanza. “Dad a parte, vedremo nelle prossime settimane cosa sarà necessario attivare”.

Poliomielite e morbillo in Ucraina sono tornate a far paura e con il massiccio arrivo di profughi la questione non può essere in alcun modo sottovalutata: “in Ucraina ci sono grossi problemi per quanto riguarda la poliomielite che ha una copertura che varia da zona a zona dal 60 al 99% e questo può far nascere focolai tra i bimbi sotto agli 8 anni, il morbillo ha una copertina solo dell’80%, mentre la Tbc ha un’incidenza pari a 65 ogni 100mila abitanti. Queste sono patologie infettive – chiarisce il professor Cossarizza – che si sviluppano quando le persone sono in condizioni di estremo disagio, quando non mangiano perchè stanno scappando dai bombardamenti, quando lo stress e la malnutrizione, seppur temporanea, mettono a dura prova il sistema immunitario. Ecco perchè è fondamentale al loro arrivo vaccinarle non solo per il Covid ma anche per queste malattie”.

Jessica Bianchi 

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