In tanti hanno sfoderato la spada degli ambientalisti ergendosi a difensori del boschetto spontaneo nato a ridosso dell’ex Consorzio Agrario di via Corbolani. La struttura, ormai lo sanno anche i sassi, è stata acquistata per 600mila euro dalla Fondazione Cr Carpi. Impensabile sperare, dopo un investimento tanto oneroso, che l’ente si limitasse a restaurare il fabbricato storico avendo a disposizione un lotto ancora ampiamente edificabile e dunque potenzialmente remunerativo. Si sa, a pensar male si fa peccato ma quasi sempre si indovina e, infatti, nell’area sarà costruito ex novo un corpo aggiuntivo su una superficie di 2mila metri quadri e su più livelli. L’edificio ospiterà vari servizi (una biblioteca universitaria, uno spazio polivalente per eventi e congressi, un teatro, un ristorante, un bar multimediale) mangiandosi, Ça va sans dire, una bella fetta di alberi e arbusti cresciuti durante gli anni dell’abbandono.
Gridare allo scempio è quantomeno stonato a fronte del “ridisegno” dell’intero Oltreferrovia.
Non dimentichiamo infatti che nell’affaccio a Est della stazione, oggi ricoperto di campi, sorgeranno le villette e le palazzine (sul lato Tre Ponti) di Controcampo srl, il polo universitario della Fondazione e in mezzo un parco.
Oggi quell’angolo ancora verde e in parte agricolo di città è un vero e proprio paradiso per la fauna: chi passeggia lungo via Corbolani, e sono in tanti, lo sa bene. Fagiani, rapaci, uccelli insettivori… sono ovunque ma quando la mano dell’uomo spazzerà via il loro habitat, dovranno scegliere un altro luogo in cui trovare rifugio. Le ruspe li stanno già disturbando ma a dare la mazzata finale saranno il cemento da un lato e il continuo passaggio di gente e veicoli dall’altro. L’Oltreferrovia non sarà più lo stesso, diventerà l’ennesimo quartiere – di lusso – con parco annesso. In questa partita a vincere è uno solo, l’innominabile che sta dietro alla Controcampo srl, la società di capitali nata a Parma ma con chiare radici carpigiane di cui nessuno pronuncia il nome e che grazie a questa straordinaria operazione di marketing potrà vendere i suoi appartamenti con un parco come giardino a prezzi stratosferici. Si poteva fare peggio e costruire di più? Sì, l’abbiamo scampata bella ripensando al vecchio progetto finito fortunatamente in un cassetto ma da lì a parlare di filantropia ce ne passa eccome. Limitarsi a difendere il boschetto dell’ex Consorzio Agrario per quanto legittimo è un po’ come la storia della pagliuzza e della trave.
Jessica Bianchi