Delitto Lepore, rinviato a giudizio Lantigua, non luogo a procedere per i due italiani Benati e Capasso

Dopo ben sette rinvii che hanno tenuto col fiato sospeso la famiglia e l’opinione pubblica, si è potuta celebrare l'udienza preliminare a carico degli indagati del brutale omicidio della carpigiana Claudia Lepore, trovata cadavere all'interno del frigorifero della propria abitazione ai Caraibi.

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Claudia Lepore

Dopo ben sette rinvii che hanno tenuto col fiato sospeso la famiglia e l’opinione pubblica, si è potuta celebrare l’udienza preliminare a carico degli indagati del brutale omicidio della carpigiana Claudia Lepore, trovata cadavere all’interno del frigorifero della propria abitazione ai Caraibi. 

Il Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale dominicano, chiamato a esprimersi circa l’idoneità del comparto probatorio a sostenere l’accusa in giudizio, ha pronunciato sentenza di rinvio a giudizio per Antonio Lantigua, considerato autore materiale dell’omicidio e di non luogo a procedere per i due italiani, Ilaria Benati e Jacopo Capasso. Entrambi erano stati inizialmente considerati i mandanti del delitto, ciò sulla base delle dichiarazioni della compagna del presunto autore materiale che aveva riferito come costoro avessero offerto al sicario una somma di denaro e una proprietà immobiliare per togliere di mezzo, in via definitiva, Claudia Lepore. A parere del magistrato, infatti, tale versione non troverebbe riscontro effettivo negli elementi probatori raccolti dagli inquirenti. 

“Purtroppo la distanza ci impone limiti operativi di non poco momento – spiegano gli avvocati Enrico Aimi e Giulia Giusti – , e ci induce ad avere fiducia nell’operato della magistratura locale e dei nostri corrispondenti. 

Se da un lato siamo soddisfatti per il rinvio a giudizio dell’imputato principale, dall’altro ci riserviamo di analizzare con assoluta meticolosità e altrettanta freddezza le motivazioni della sentenza che ha portato al proscioglimento dei due connazionali. Vogliamo vederci chiaro, capire il percorso logico seguito al Giudice e quali elementi sono stati ritenuti ininfluenti e quali viceversa determinanti per pronunciare quel provvedimento. Non escludiamo infatti di impugnarlo qualora dovessimo riscontrare errori tecnici o contraddizioni logiche in fatto. La nostra amarezza è quella di non aver potuto seguire da vicino, in prima persona, le indagini, il loro indirizzo, il loro corso e, soprattutto, la fase processuale. Il pensiero che possa essere stato tralasciato qualcosa, in una dinamica tanto confusa e bizzarra, come quella cui abbiamo sin qui assistito, con sette singolari rinvii d’udienza, accompagnerà il nostro pensiero e il nostro ragionamento nel momento in cui dovremo assumere la decisione se impugnare o meno la sentenza. Difficile arrendersi in questi casi, almeno per noi. Sarà conseguentemente di primario interesse seguire con la massima attenzione il processo che si instaurerà, anche per cogliere ogni sfumatura utile a ricostruire le ultime ore di terrore vissute dalla vittima, il cui corpo straziato – insieme con i macabri dettagli del suo rinvenimento – ha già suggerito non pochi interrogativi. Infine, fuori dalle suggestioni, rimane ancora da chiarire che fine hanno fatto il testamento di Claudia Lepore e buona parte dei suoi averi. Anche in questi casi, seguire il denaro, è sempre una pista molto consigliata, come sosteneva Giovanni Falcone. Attendiamo pazienti le motivazioni, poi, insieme alla famiglia, decideremo il da farsi”. 

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