E’ questo che avevate in mente per Zappiano?

Con la Zona C si è persa un’occasione importante sulla qualità del costruito, sul dettaglio architettonico e sul modello di urbanizzazione che ne sarebbe seguito, un modello di ‘normale urbanizzazione’ che di variante in variante ha cancellato le zone agricole per trasformarle in artigianali moltiplicandone il valore

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1975

Zappiano non era una via, era un microcosmo di famiglie, abitazioni e animali con una sua vita indipendente rispetto alla città. Chi vi è nato ha rivendicato con orgoglio le proprie origini per quel rapporto con la campagna che segna per sempre l’esistenza, chi ci ha vissuto ricorda che la strada bianca non risalta, nemmeno si notano gli antichi pioppi cipressini all’ingresso dei cortili delle case contadine. C’è soltanto ombra, un’ombra infinita”. E ancora: “quando il postino, che arrivava da Carpi tutto impolverato in bicicletta, mi consegnò quella lettera, la tenni nascosta e andai a leggerla in mezzo ai campi, tra il frumento che era già alto e i filari di viti” (Sapiàn, Carlo Contini).

 Zappiano ha perso una parte di sé quando è stata rinominata Zona C e vi si è disegnato un piano per gli insediamenti di carattere, industriale, artigianale, commerciale. Nel 2000 è iniziata l’urbanizzazione di quella che, nei disegni di chi l’ha concepita, doveva essere la porta d’accesso della città che mostrava la parte migliore di sé, legata alla capacità produttiva, da cui era derivata tanta ricchezza da accecare gli occhi e la mente. Carpi doveva avere una prospettiva diversa ma con la Zona C si perde un’occasione importante sulla qualità del costruito, sul dettaglio architettonico e sul modello di urbanizzazione che ne sarebbe seguito, un modello di ‘normale urbanizzazione’ che di variante in variante ha cancellato le zone agricole per trasformarle in artigianali moltiplicandone il valore. Un modello economico-ambientale non sostenibile negli anni. E ci ritroviamo oggi a riempirci la bocca di sostenibilità come se fosse un mantra.

A distanza di vent’anni tornate, se mai ci siete stati, in Zappiano e ruotate lo sguardo di 360 gradi: è questo che avevate in mente? Chi ha disegnato comparti e piani particolareggiati si è limitato a farli sulla carta? Chi ha concepito la viabilità aveva in mente un labirinto? La Commissione per la Qualità Architettonica e il Paesaggio, conosciuta come Commissione Edilizia, passando al vaglio tutte le opere dei privati non ha rilevato incongruenze? Sviluppo e qualità urbana sarebbero potuti andare d’accordo senza che si dovesse arrivare a questo? (Si accettano tutte le risposte tranne quelle contenenti le sigle Pums, Psc, Pug, Pip, Peep…).

E non è finita. In un comparto destinato a direzionali e uffici, è stato rilasciato il permesso per la realizzazione di un complesso residenziale e per la costruzione di un motel. È davvero questo che avevate in mente? Addio Zappiano.

Sara Gelli