“Via Tolomeo potrebbe essere la zona giusta per costruire il nuovo ospedale”

Nuovo ospedale - “L’area di via Tolomeo è già urbanizzata, dotata di tutte le infrastrutture necessarie, situata in una posizione strategica, perfetta dal punto di vista viario e con ampi spazi da adibire a parcheggi. Una strada che la Giunta avrebbe potuto sondare”, spiega il dottor Giorgio Verrini.

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Giorgio Verrini

I giochi sono ormai fatti ma c’è comunque chi non rinuncia a levare la propria voce per lanciare spunti nuovi e ribadire ancora una volta come, sulla scelta della collocazione del futuro ospedale, non vi sia mai stata una reale discussione e che, forse, si sarebbe potuto osare di più.

L’area scelta – quella posta a sud di via Quattro Pilastri e compresa tra la tangenziale Losi, via Guastalla e la futura bretella che collegherà via dell’Industria con il quartiere artigianale di Fossoli – grazie all’approvazione in Consiglio Comunale di una variante urbanistica, da zona agricola periurbana diventa zona per attrezzature di interesse generale ospedaliere. 

“Questa Giunta – spiega il medico in pensione Giorgio Verrini – si è limitata a proporre l’opzione più semplice, ovvero suolo vergine (ndr – la superficie interessata dalla modifica di destinazione d’uso è pari a 142mila metri quadrati), lontano dal centro storico, peraltro a ridosso di un’infrastruttura, la Bretella, che dev’essere compiuta da anni. Una scelta discutibile che deve fare i conti anche con numerosi e onerosi espropri di terreni”. 

Tramontata l’idea del Politecnico di Milano di ricostruire per step successivi l’Ospedale Ramazzini in loco, per Giorgio Verrini un’alternativa praticabile c’era eccome: “mi domando perchè non sia stata nemmeno presa in considerazione l’area di via Tolomeo, una zona di espansione industriale mai davvero decollata dove, dagli anni Duemila, sorgono capannoni enormi, mai utilizzati e già più volte finiti all’asta. Fabbriche vuote che potrebbero diventare strutture paraospedaliere come poliambulatori ad esempio o alberghi a servizio dei parenti dei degenti o del personale sanitario. Ricordiamoci poi che un ospedale moderno altro non è che una scatola, un contenitore con pareti molto attrezzate, possibilmente modulare e snella affinchè si possano prevedere più padiglioni da isolare in caso di bisogno – vedi alla voce future pandemie – che ospita attrezzature di altissima specializzazione. Il contenitore, seppur moderno ed efficiente, non deve diventare il fulcro della discussione, sono i contenuti a fare la differenza”. 

L’area di via Tolomeo è già urbanizzata, “dotata di tutte le infrastrutture necessarie, situata in una posizione strategica, perfetta dal punto di vista viario e con ampi spazi da adibire a parcheggi. Credo che la Giunta debba avere il coraggio di fare autocritica. Le soluzioni alle criticità della nostra città possono essere plurime. Per trovare quelle giuste però occorre mettersi in discussione”, conclude il dottor Giorgio Verrini.

Jessica Bianchi 

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