Il medico di famiglia la visita per citofono

La giovane donna di Soliera si è sentita male per una crisi ipertensiva che le ha fatto schizzare la pressione e ha fissato l’appuntamento per un controllo

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Non ci sono attenuanti e quando la misura è colma non si può tacere. La giovane donna di Soliera protagonista della disavventura d’abitudine affronta le cose che non vanno nel tentativo di cambiarle ma in questa occasione le sono davvero cadute le braccia. In piena pandemia, con tanti colleghi in isolamento a casa, i turni sul lavoro sono terribili: si lavora per dodici ore, dalle 10 alle 22, con una sola ora di pausa per garantire il servizio al pubblico e a casa non c’è riposo con un bambino piccolo. Alla stanchezza fisica si aggiunge il senso di colpa per le ore sottratte alla cura del neonato. Fatto sta che la giovane donna si è sentita male: una crisi ipertensiva le ha fatto schizzare la pressione a valori superiori al normale  con un persistente mal di testa. Da qui la decisione di sottoporsi a controlli per verificare il proprio stato di salute prima di rientrare al lavoro in considerazione anche di una familiarità per miocardiopatia dilatativa in un parente prossimo.

Per questo chiama il medico di famiglia per fissare l’appuntamento per la visita, occasione per riferirgli l’accaduto, sottoporsi al controllo della pressione e capire la gravità dell’episodio. Suona il campanello per entrare ma il medico si limita a visitarla attraverso il citofono. Al termine della conversazione al citofono, la giovane donna entra per ritirare le ricette con l’impegnativa per gli esami. A questo siamo arrivati.

Sara Gelli

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