Crisi energetica: come ci siamo arrivati?

All’idea che entro il 2030 l’Europa farà a meno del gas e dell’energia elettrica prodotta da carbone come potevano reagire i player che riforniscono l’Italia (che ha rinunciato alla gestione pubblica del settore energetico)? La rubrica di PAP20.

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Il prezzo del gas e della luce è schizzato in bolletta ma, santa pazienza, cosa pensavano di ottenere gli ideologi della transizione green annunciando il taglio del 55% dei gas serra in otto anni senza avere valide alternative energetiche?

Ancora una volta l’Italia subisce il colpo, come l’intero blocco europeo che, a dir la verità, somiglia sempre più a un consorzio in cui a dettare le regole è il più grosso e in cui non è stato presidiato un settore strategico come quello dell’energia: così non si va da nessuna parte e non solo perché le aziende finiscono fuori mercato. I rincari peseranno sull’intero Paese e sulle tasche dei cittadini: pensate forse, per esempio, che si possano mandare a scuola gli studenti senza riscaldamento?

Già con la pandemia è stato chiaro che all’Europa sfugge il controllo del planning mondiale ma le dichiarazioni a luglio di Ursula von der Layen sull’impegno di dimezzare le emissioni di gas serra entro il 2030 hanno il gusto della boutade, della dichiarazione d’effetto che non tiene conto del contesto. Tutti convengono sulla necessità di riforme dal punto di vita della ecosostenibilità e dell’eliminazione della co2 ma, santa pazienza, cosa è stato fatto ad oggi per preparare la transizione ecologica? Se si vuole passare all’elettrico, abbiamo progettato l’infrastruttura per milioni di automobili? Abbiamo il rame per fare i motori elettrici? Produciamo le batterie? Se l’Europa non ha pianificato tutti questi aspetti allora è come dar le chiavi in mano ai cinesi!!

All’idea che entro il 2030 l’Europa farà a meno del gas e dell’energia elettrica prodotta da carbone come potevano reagire i player che riforniscono l’Italia (che ha rinunciato alla gestione pubblica del settore energetico)? Che può aver pensato la Russia, il più importante fornitore di gas, con cui l’Italia tra l’altro sta litigando dal 2014 su pressione degli Usa?

Magari, santa pazienza, prima degli annunci sarebbe stato saggio montare i pannelli solari o riaprire le fabbriche che li producono: era inevitabile che i player privati europei e esteri alzassero i prezzi o minacciassero di ridurre i flussi…

Questa è solo un’altra delle assurdità di questa Europa che potrebbe fare benissimo, se organizzata in un certo modo e per tempo, e invece arriva sempre per ultima senza aver fatto ciò che sarebbe servito.

Inoltre, per la gestione dell’energia si adopera il dollaro e se avessimo un euro forte  mitigheremmo gli effetti dei rincari ma attualmente l’euro è debole rispetto al dollaro e, se  esportare i beni ci costa meno, è pur vero che l’energia indispensabile per la produzione manifatturiera non riusciamo a pagarla poco: insomma, siamo sempre con l’acqua alla gola e non è possibile che l’euro sia sempre in controfase rispetto alle necessità del momento storico…

Dopo tanti anni qualche domanda dovremo pur porcela, oppure il modello così fatto è incontestabile? Ormai sembra più un modello fideistico che un embrione di Stato nascente, no?

PAP20