Si sperimenta in Tribunale a Modena lo sportello anti-sfratti

La proroga del blocco degli sfratti per morosità è destinata ad esaurirsi entro il 31 dicembre 2021. La sportello lavorerà "per evitare se possibile l'esecutività, sfruttando le opportunità offerte dai fondi di morosità incolpevole o altre contribuzioni, oltre a favorire la conciliazione tra le parti".

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Foto di Fabrizio Bizzarri

Aprirà nei locali del Tribunale di Modena un nuovo sportello unico anti-sfratti. Rivolto a associazioni dei proprietari, sindacati degli inquilini e avvocati, il servizio nasce proprio “per mitigare l’impatto degli sfratti sul territorio e intercettare le persone interessate da un procedimento prima dell’udienza di convalida”. Il tutto “per evitare se possibile l’esecutività, sfruttando le opportunità offerte dai fondi di morosità incolpevole o altre contribuzioni, oltre a favorire la conciliazione tra le parti”.

Lo sportello nasce nell’ambito del “Protocollo d’intesa per la riduzione del disagio abitativo”: è stato firmato oggi in municipio dal sindaco Gian Carlo Muzzarelli, dalla prefetta Alessandra Camporota, dal presidente del Tribunale Pasquale Liccardo, dal presidente dell’Ordine degli avvocati Roberto Mariani e dalla presidente del Tavolo provinciale per le politiche abitative Tamara Calzolari, in rappresentanza dei Comuni e delle Unioni del territorio, insieme a tutti i vari operatori del settore. La giunta comunale nei giorni scorsi ha approvato la delibera, presentata dal settore Politiche sociali, con cui si precisa che “le risorse necessarie in termini di personale e strumentazione sono comprese in affidamenti già attivi”, mentre sarà invece il Tribunale a mettere a disposizione gli spazi necessari.

Punto di partenza dell’intesa è la consapevolezza del permanere su tutto il territorio provinciale di un significativo numero di procedimenti di sfratto avviati, oltre a quelli già definiti con convalida, con conseguenti disagi abitativi e possibili effetti di carattere sociale che rischiano di crescere ulteriormente a causa del blocco di oltre 18 mesi dell’esecuzione degli sfratti, attuata come strumento emergenziale in conseguenza alla pandemia e ora in corso di progressiva revoca.

Un numero rilevante di procedure esecutive è riconducibile a casi di morosità dell’inquilino dovuta spesso alla perdita o alla diminuzione della capacità reddituale subita dalle famiglie direttamente o indirettamente per la crisi economica e la situazione di molti nuclei familiari si è ulteriormente aggravata a causa dell’emergenza sanitaria.

Dall’altra parte desta preoccupazione anche la situazione di quei piccoli proprietari immobiliari per i quali il canone di locazione rappresenta una parte significativa del reddito e che, per il blocco dell’esecuzione dello sfratto, da due anni non percepiscono alcuna entrata dall’immobile, né relativi ristori da parte del Governo, se non per quanto riguarda il ristoro dell’Imu 2021.

 

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