Il taxi fa il bus, di sera e nei weekend

Entra in servizio a Modena Youmobil. Anche a Carpi, muoversi nelle ore serali è pressoché impossibile e il progetto pilota “servirà a fornire ai comuni, alle istituzioni e alle comunità locali idee nuove e possibilità che potranno, in futuro, essere applicate se i comuni dovessero rendersi conto che questa è una modalità sostenibile” spiega l’amministratore unico Andrea Burzacchini

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Il nuovo servizio di trasporto pubblico è sperimentale a Modena dove collegherà le frazioni al centro. A partire dal 10 e 11 dicembre, nelle serate di venerdì e sabato, dalle 21 all’1, le undici frazioni di Modena saranno servite da un servizio di linea a cura dei taxi. Sarà accessibile esclusivamente attraverso prenotazione tramite l’app Youmobil, sia per abbonati Seta, con tariffa più vantaggiosa, sia per i non abbonati. Ideato dall’Agenzia della mobilità, con un primo bilancio tra pochi mesi, esiste grazie a un finanziamento dell’Unione europea nell’ambito di Youmobil, progetto europeo che ha l’obiettivo di incentivare la mobilità sostenibile dei giovani residenti nelle aree rurali e periferie (cui Amo partecipa insieme ad altri sette partner di sei paesi diversi). Il servizio è gestito da Seta e viene affidato, come gli altri servizi di taxibus, al Consorzio taxisti modenesi Cotamo. La tariffa varia da tre euro a sette.

Anche a Carpi, muoversi nelle ore serali è pressoché impossibile. Secondo la denuncia di un ristoratore: “alcuni clienti mi hanno riferito che i tassisti non rispondono al telefono o scatta la segreteria. L’unica alternativa possibile è quella di prenotare la corsa da Modena ma solo la chiamata costa dai 35 ai 40 euro: una spesa insostenibile”, prosegue il ristoratore. La risposta di Cotamo è lapidaria: il servizio è garantito fino alle 22, con qualche eccezione per quanto riguarda il venerdì e il sabato, perché dopo quell’orario le chiamate inevitabilmente calano e soprattutto perché l’organico è carente.

L’Agenzia per la Mobilità può estendere il servizio a Carpi?

“È progetto pilota – spiega l’amministratore unico di Amo Andrea Burzacchini – e quindi sperimentale: servirà a fornire ai comuni, alle istituzioni e alle comunità locali idee nuove e possibilità che potranno, in futuro, essere applicate se i comuni dovessero rendersi conto che questa è una modalità sostenibile dal punto di vista economico, di immagine e di ritorno. È quindi possibile che in futuro siano fatte scelte di questo tipo da parte dei comuni”.

S.G.