Correva l’anno 1982 quando Varcotex è nata a Carpi, in via Edison, 17. Da allora la sua crescita è stata inarrestabile e oggi si è affermata tra le aziende internazionali leader nei settori del Labelling e del Packaging. Innovazione, velocità, affidabilità e sostenibilità sono i principali punti di forza di questo fiore all’occhiello carpigiano e che rendono Varcotex la prima azienda in Europa per ciclo produttivo integrato.
“Tutto viene prodotto in Italia – sottolinea il Ceo, Paolo Munari – a chilometro zero. Ogni fase, dalla progettazione alla produzione, avviene internamente. E’ questa la nostra forza. Solo così possiamo essere – e restare – davvero competenti. Il nostro know how è ciò di cui andiamo maggiormente fieri. Gli investimenti in macchinari all’altezza dei nostri bisogni sono continui perchè solo in questo modo possiamo mettere in campo le soluzioni tecnologiche di cui i nostri clienti necessitano. Tecnologia, progettazione grafica, ricerca, produzione… tutto è rigorosamente made in Italy”.
Grande attenzione viene riservata anche a sicurezza e anticontraffazione: l’intera filiera produttiva avviene nello stabilimento carpigiano a garanzia del controllo del prodotto con RFID inseriti nei cartellini e nelle etichette tessute lavabili o, ancora, ologrammi, filo microscritto, traccianti rilevabili con strumenti personalizzati, etichette tessute con codici numerici, alfanumerici, QR Code univoci con applicazioni web per il controllo, inchiostri invisibili. Varcotex, tra gli altri, produce QR Code in tessuto persino per la Polizia messicana, “in questo modo – spiega Munari – ogni agente è dotato di un identificativo univoco e questo consente di limitare il triste fenomeno dei falsi poliziotti”. Varcotex – che a Carpi occupa una settantina di dipendenti, di cui oltre la metà donne – vanta un migliaio di clienti e un fatturato di oltre 10 milioni di euro. Centrale il tema della sostenibilità ambientale come aggiunge Margherita Paganini: “noi lavoriamo sostanzialmente su tre versanti, tessitura, stampa e pelle. Per ciascuna di queste voci siamo in prima linea per trovare materiali nuovi, ecologici o riciclati, supporti etici e soluzioni all’avanguardia. Le nostre etichette sono perlopiù in poliestere riciclato ma abbiamo dato vita anche a Biolabel, l’etichetta tessuta biodegradabile ed eco-sostenibile derivante da pasta di cellulosa e termotagliabile. Anche per quanto riguarda la carta cerchiamo di utilizzare quella riciclata al 100% o almeno in parte o tipologie derivanti da fibre tessili; materiali provenienti dal nostro Paese per limitare così l’impatto che il trasporto ha sull’ambiente”. Anche sul fronte pelle l’attenzione è massima: “quando possiamo prediligiamo utilizzare la simil pelle a base poliuretanica e non solo. La tecnologia ha fatto passi da gigante e oggi abbiamo a disposizione dei materiali nuovissimi a base di biopolimeri dall’amido del mais, dalle bucce di mele o dalle vinacce. Prodotti eccezionali che possono essere lavati mantenendo la loro stabilità e persino essere stampati a caldo come la vera pelle”. Oltre alle numerose certificazioni ottenute, l’obiettivo primario di Varcotex, prosegue il Ceo Munari, “è quello di assumerci le nostre responsabilità e ridurre al minimo la nostra impronta digitale. Siamo consapevoli di essere energivori e di avere un impatto sull’ambiente ed è per questo che stiamo installando un impianto fotovoltaico sul nostro tetto da 200 kilowatt e continuiamo a investire nella riforestazione. Ogni azienda dovrebbe destinare parte dei propri utili ad azioni di questo tipo, in fondo siamo noi i principali inquinatori”.
Ogni giorno in Varcotex vengono tessute 1.300.000 etichette, prodotti 1.100.000 cartellini e stampate 1 milione di etichette: ciascun prodotto veicola informazioni tecniche, dà istruzioni sulla cura di un capo, tutela, traccia, protegge. E’ smart e crea una relazione col fruitore finale. Insomma, racconta una storia. “E questa storia – conclude il Ceo, Paolo Munari – parte sempre da qui. Da Carpi”.
Jessica Bianchi