Comparto Vaciglio a Modena, ormai completati i lavori delle prime cinque palazzine di housing sociale

Sopralluogo con Carlo Zini, presidente di Modena Estense spa, soggetto attuatore composto da AeC Costruzioni e CMB

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Sono ormai completate le prime 5 palazzine del nuovo comparto Vaciglio-Morane a Modena da destinare all’abitare sociale: 124 appartamenti di elevata qualità abitativa che potranno essere affittate a prezzi calmierati attraverso graduatorie del comune di Modena. L’obiettivo dell’housing sociale è infatti rispondere ai bisogni di alloggi in locazione, con particolare attenzione a categorie che presentano fragilità e a quella fascia ‘grigia’ della popolazione che ha redditi superiori a quelli previsti per accedere all’Edilizia residenziale pubblica ma fatica ad accedere alle soluzioni a libero mercato.  A realizzarli la spa Modena Estense, nata dalla collaborazione tra AeC costruzioni e Cmb. Il progetto che negli scorsi anni ha sollevato numerose polemiche, con comitati cittadini più volte in protesta per proteggere il terreno dell’area ma, ha ricordato il sindaco Giancarlo Muzzarelli nel corso del sopralluogo di venerdì 30 ottobre, Modena ha bisogno di alloggi a prezzi sostenibili.
“E’ stata un’impresa non banale – ha sottolineato Carlo Zini, presidente Modena Estense – perché siamo partiti alla fine del 2019 dopo anni di discussioni a livello urbanistico e, nell’arco dei due anni della pandemia, abbiamo completato cinque edifici con 124 appartamenti. Quella di oggi è una sorta di pre-inaugurazione perché la consegna avverrà a dicembre quando i destinatari cominceranno a prendere possesso degli alloggi entrando in affitto agevolato”.

Le palazzine saranno acquisite dal Fondo Emilia Romagna Social Housing, un Fondo comune di investimento istituito nel 2011 su iniziativa di Acri, l’associazione che riunisce le fondazioni di origine bancaria, il cui scopo primario è dare risposta al disagio abitativo attraverso un aumento della dotazione di alloggi sociali. Il fondo, gestito da InvestiRE sgr spa, è partecipato, tra gli altri, dalla Fondazione di Modena e dal Fondo Investimenti per l’Abitare gestito da CDP Immobiliare SGR del Gruppo Cassa Depositi e Prestiti.

“Tenete conto che il prezzo di vendita che Modena Estense fa al Fondo è inferiore a 1.200 euro al metro quadro per edifici che hanno tutti i confort e sono in classe energetica A4 dotati delle più moderne tecnologie”.

In che modo verranno assegnati?

“Ci sono bandi a cui hanno partecipato nuclei familiari con requisiti specifici: famiglie numerose, con problemi, o sfratti per non morosità.

Si accederà tramite bendo anche al prossimo intervento e si possono già vedere gli edifici che stanno sorgendo destinati alla vendita in edilizia convenzionata con prezzi fissati dal Comune di Modena e molto competitivi rispetto al mercato odierno, in grado di calmierare anche i prezzi sul mercato. Abbiamo già i primi 38 acquirenti, tutti giovani. Il secondo bando per il secondo dei due edifici per altri 38 alloggi nel primo giorno di emissione ha già registrato 200 domande”.

È stato un intervento edilizio molto contrastato, che considerazioni si possono fare oggi?

“Alle vostre spalle c’è il bosco che il Comune di Modena ha attivato e all’interno del comparto c’è uno standard di verde notevole

Penso che il suolo sia stato utilizzato correttamente nella gestione del territorio e le risposte delle persone lo dicono. Si tratta di un’operazione che ha consentito di evitare quelle speculazioni che sono molto frequenti laddove non c’è un intervento condiviso tra pubblico e privato. Penso che sia un’operazione di forte rigenerazione urbana governata e che abbia reso possibile la realizzazione di alloggi di cui c’è bisogno. Occorre evitare di andare da un estremo all’altro, da un eccessivo uso o spreco del suolo a un blocco di tutto”.