Da una settimana all’altra il tasso di incidenza di nuovi casi di Covid nel modenese è raddoppiato, passando da 21 a 43 ogni 100mila abitanti, così come è salito il tasso di positività sui primi tamponi, oggi a quota 1,9%. “La stragrande maggioranza di casi accertati si registra tra gli under 12 (tra i 6 e i 10 anni si è infatti passati da 69 a 259 positività in una sola settimana)”, commenta Antonio Brambilla, direttore generale dell’Ausl di Modena, mentre gli adulti positivi “sono in larga parte rientranti dall’estero e comunque non vaccinati”, aggiunge Dante Cintori, in rappresentanza dei Medici di Medicina Generale. Al 25 ottobre sono già 19 le classi sottoposte a quarantena, di cui 2 nei servizi educativi 0-3, 3 nella scuola dell’infanzia, 13 nella scuola primaria e 1 nella scuola secondaria di secondo grado. Particolarmente grave la situazione verificatasi alla primaria Don Milani di Carpi, dove è scoppiato un focolaio tale da rendere necessaria la chiusura della scuola (solo una classe è infatti tornata a lezione in presenza). Nonostante la circolazione virale sia alta nelle fasce giovanili non ci saranno misure più stringenti per rafforzare l’attività di screening negli istituti scolastici e prevenire così altri focolai. “Abbiamo adottato delle procedure standard ormai consolidate che seguono in parte le indicazioni nazionali e che, di volta in volta, tariamo a seconda delle situazioni che si presentano. Di certo – prosegue il direttore – mi sento di poter affermare che abbiamo un atteggiamento più aggressivo riguardo al tracciamento e al tamponamento”. Insomma dobbiamo accontentarci dei test salivari nelle scuole sentinella: azione certamente necessaria ma del tutto insufficiente, stando ai numeri. Dati peraltro “ampiamente attesi: abbiamo una popolazione, quella dei bimbi e dei ragazzini – aggiunge il professor Andrea Cossarizza, immunologo e docente dell’Università di Modena e Reggio Emilia – non vaccinata ed è lì che va a finire il virus. Ce lo aspettavamo. Un serbatoio di infezione difficile da eradicare perlomeno fino a quando non avremo le necessarie certezze circa la sicurezza del vaccino in età pediatrica”.
I ricoveri, al contrario degli altri indicatori, sono invece fortunatamente “stabili da settimane”, commenta Brambilla: 23 i pazienti ospedalizzati, di cui 16 ricoverati in area medica, 3 in terapia sub intensiva e 4 in intensiva.
Gli operatori sanitari positivi al Covid dell’Ausl di Modena sono invece 42, pari allo 0,7% del totale. “Tutti in condizioni cliniche buone”, assicura il direttore generale.
Occhi puntati anche sulla sub-variante AY.4.2, la cosiddetta Delta Plus, che al momento si sta espandendo nel Regno Unito e che secondo gli esperti anglosassoni è responsabile del recente aumento dei casi nel Paese: da fine agosto, quando è stata rilevata per la prima volta, a oggi, nella nostra regione ne sono stati sequenziati 24 casi su 5.121 campioni esaminati, con una prevalenza dello 0,47%. “Ad oggi – conclude il direttore generale – non vi è alcuna evidenza scientifica che la nuova sub-variante sia più resistente al vaccino né che possa avere conseguenze più gravi tra i vaccinati”.
La campagna vaccinale procede, seppur più lentamente, e si stanno già inoculando le dosi booster, molte delle quali somministrate in contemporanea col vaccino antinfluenzale. E intanto, nel modenese, la percentuale della popolazione target, ovvero dai 12 anni in su, non suscettibile di infezione sfiora il 90%.
Jessica Bianchi