Badanti e caos Sputnik: assistenza a rischio

In attesa di un intervento del Governo (che può esentare dal greenpass chi è vaccinato con lo Sputnik o attendere l’equiparazione ai nostri vaccini), a raccontare questa difficile fase è Federico Boccaletti della cooperativa carpigiana Anziani e Non solo che gestisce lo Sportello di assistenza familiare per il territorio dell’Unione Terre d’Argine.

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Con l’entrata in vigore del green pass obbligatorio ci sono famiglie che rischiano di perdere la badante che non si è vaccinata o non intende procedere con il tampone: per le famiglie è prioritario garantire la sicurezza dell’anziano al domicilio ma è altrettanto fondamentale il lavoro dell’assistente familiare a cui non possono rinunciare. Sono senza Green pass anche le badanti che si sono vaccinate all’Est con lo Sputnik: il preparato russo in Europa non è mai stato autorizzato dall’Ema né in Italia dall’Aifa e quindi non dà diritto al Green Pass. Per questi lavoratori è clinicamente impossibile ricevere un altro vaccino e per poter lavorare non resta altro che fare il tampone ogni due giorni pagandolo di tasca propria o scaricandone il costo sulla famiglia. Nessuna famiglia lascia a casa una persona con cui ci sono forti legami professionali e affettivi: le famiglie non vogliono sostituirle se si sono adattate alle esigenze del proprio assistito, spesso da diversi anni. In attesa di un intervento del Governo (che può esentare dal green pass chi è vaccinato con lo Sputnik o attendere l’equiparazione ai nostri vaccini), a raccontare questa difficile fase è Federico Boccaletti della cooperativa carpigiana Anziani e Non solo che gestisce lo Sportello di assistenza familiare per il territorio dell’Unione Terre d’Argine.

Federico Boccaletti

“In conseguenza della pandemia è maturata la consapevolezza, sia da parte delle famiglie sia da parte degli assistenti familiari, dell’importanza del rispetto delle regole per evitare di aggravare i problemi dei loro cari/assistiti. Davanti agli occhi avevamo quello che succedeva all’interno delle Residenze Sanitarie Assistite e la volontà era quella di garantire la totale sicurezza al domicilio.

La difficoltà maggiore è stata quella di rendere informati e consapevoli gli assistenti familiari: per questo Anziani e Non solo ha prodotto un video in cinque lingue, per conto dell’azienda sanitaria, per chiarire le caratteristiche del Covid-19, illustrare i comportamenti da assumere e fare chiarezza tra le mille informazioni. Tantissime assistenti familiari si sono vaccinate”.

Ci sono badanti che rifiutano la vaccinazione e pure di sottoporsi al tampone?

“Non possiamo negare che ci siano sacche di resistenza anche perché chi è tornato nel paese d’origine si è scontrato con situazioni diverse dalle nostre anche sotto il profilo del comportamento delle autorità, poi c’è stato il fatto che molte si sono vaccinate ma con vaccini che non sono ancora stati riconosciuti dalle autorità sanitarie”.

Che cosa si può consigliare alle famiglie che rischiano di perdere la badante?

“E’ importante dare tutte le rassicurazioni e informazioni alle assistenti familiari e, se loro stesse hanno dubbi, si possono rivolgere allo sportello. Il green pass non è solo un obbligo di legge ma una scelta di valore per la tenuta della società”.

Cosa trovano le famiglie e le badanti allo Sportello di assistenza familiare?

“Innanzitutto un servizio di sollievo al domicilio che abbiamo attivato per conto dell’Unione Terre d’Argine: si tratta di operatori, tutti vaccinati, formati specificamente per sostituire quattro ore una volta alla settimana i caregiver e permettere loro una boccata d’ossigeno. Poi lo Sportello fornisce supporto di consulenza per caregiver che intendano ottenere il green pass. E’ un centro servizi per l’assistenza a casa dei propri cari fragili per consentire ai familiari di gestirsi nel miglior modo possibile. Organizziamo anche gruppi di mutuo aiuto per lo scambio di esperienze e il supporto reciproco tra caregiver e percorsi di formazione importanti per le famiglie e per le assistenti: non basta il rapporto d’affetto perché non ci si può improvvisare e occorre conoscere tante cose dal punto di vista tecnico e del rapporto coi servizi di assistenza. Il nostro compito è quello di favorire l’incontro tra domanda e offerta di lavoro il più possibile di qualità e centrato su legalità e trasparenza. Si tratta di individuare anche la persona giusta e le giuste modalità: le famiglie spesso avanzano inizialmente una richiesta di convivenza 24 ore su 24 poi ragionando sulle necessità e considerando la possibilità di integrare assistente familiare e servizi si individua l’intervento a ore, più efficace sul fronte dell’assistenza e più sostenibile dal punto di vista economico. Infine stiamo lavorando alla costruzione di una banca dati territoriale: assistenti formate per garantire alla famiglia requisiti di qualità e competenza per affrontare i problemi della persona che assisteranno”.

Sara Gelli

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