Stefano Toscani, Direttore del Dipartimento Interaziendale di Emergenza-Urgenza di Modena, interviene sul tema della carenza di organico nei Pronto Soccorso di Carpi.
“Ho letto con partecipazione e attenzione gli articoli dedicati alla situazione del Pronto Soccorso di Carpi, condividendo personalmente e professionalmente le fatiche degli stessi sanitari che in questi contesti esprimono competenze, professionalità, passione e fatica, in una realtà di frontiera come quella del PS che, per le sue caratteristiche, è spesso anche la più esposta a osservazioni e aspre critiche dei cittadini, sia sui social che verbali e, purtroppo, anche a numerose e assolutamente inaccettabili aggressioni fisiche. Insieme al carico professionale connesso all’impegno nell’Emergenza-urgenza, questo clima rende il lavoro del medico di pronto soccorso anche meno socialmente desiderabile rispetto ad altri settori della medicina, semplicisticamente ritenuti più attraenti e meno faticosi.
La situazione che oggi sta attraversando il PS di Carpi, che internamente conosciamo e stiamo affrontando con la Direzione Aziendale, non è legata a scelte specifiche su quella struttura o alle individualità presenti, ma è purtroppo comune ad altre realtà regionali e nazionali in virtù della difficoltà oggettiva di reperire personale specializzato da inserire negli organici, ancora di più dopo l’emergenza covid che ha pesato sotto molti punti di vista sulle scelte professionali degli operatori della sanità e anche per effetto delle politiche di accesso alle scuole di specializzazione adottate in passato.
L’Azienda comprende e fa suo il bisogno dei cittadini di avere voci che si esprimano sulla situazione specifica, ma si ritiene anche che occorra equilibrio e riflessività. Quello dell’emergenza-urgenza è infatti un settore complesso e delicato, che, forse proprio per le sue caratteristiche intrinseche, fatica maggiormente nel reperimento delle risorse di personale. Oggi tanti PS in tutta Italia risentono di questa carenza e le strategie per sopperirvi non sono né facili né di immediata applicazione. Alcuni come Scandiano e Correggio sono stati chiusi.
I cittadini devono essere consapevoli che da tempo il sistema sanitario pubblico modenese sta facendo tutto il possibile per trovare soluzioni che consentano di reperire il personale necessario e di mantenere la qualità – riconosciuta – e la quantità dei servizi attualmente presenti sul territorio provinciale. A livello dipartimentale da tempo sono stati forniti supporti nella turnistica di Carpi, ma non è più sufficiente; le Direzioni aziendali, stanno battendo tutte le strade per fronteggiare la carenza di organico, anche di concerto con le amministrazioni comunali, condividendo situazioni e scelte, come già avvenuto ieri, ad esempio, a Carpi dove il tema è stato affrontato nuovamente anche nel comitato di distretto con i Sindaci.
Il clima che si sta creando intorno a queste situazioni, la rappresentazione di polveriere pronte a scoppiare, non aiuta chi oggi lavora all’interno del Pronto Soccorso e purtroppo lo rende assai poco appetibile per chi potrebbe avere, in un prossimo futuro, la possibilità di lavorarvi. Non aiuta nemmeno la comunità stessa che può essere trascinata in valutazioni sulla qualità del servizio e dei singoli operatori, come stiamo assistendo in queste ore sui social. Ciò non vuol dire che si debba far finta che vada tutto bene. In questi anni si è creata una sproporzione fra domanda dal territorio ai PS e risorse disponibili: si vuole dunque lavorare insieme ai cittadini sull’appropriatezza degli accessi, il cittadino deve, oggi più che mai, continuare a rivolgersi al proprio medico di famiglia che conosce la sua storia clinica. Noi rimaniamo un supporto della medicina territoriale, per questo abbiamo istituito forme di consulto diretto tra Medici di medicina generale e PS provinciali, tra Case Residenza Anziani e PS, per assistere le persone più fragili con percorsi dedicati; abbiamo attivato e potenzieremo la telemedicina per monitorare i pazienti, e tanto altro che i pazienti stessi – quelli che forse non fanno notizia – hanno potuto sperimentare, con esiti molto positivi.
L’ Azienda Usl e il Direttore del Dipartimento di Emergenza-Urgenza non vogliono restare in silenzio o esimersi dall’offrire risposte, ma soprattutto intendono in questo momento impegnarsi nel cercare quelle possibili nuove strade che 18 mesi di emergenza covid comunque rendono ancora più difficile trovare. Chiediamo però il rispetto e la vicinanza dei cittadini ai nostri professionisti – così come anche noi vogliamo dire loro che ci siamo – nella consapevolezza che l’assistenza offerta in emergenza ha un’alta complessità e che ciascuno di loro sta dando il massimo della propria professionalità e competenza per la persona che ha davanti”.