Dopo il Covid, che ha inferto mesi fa un drammatico colpo, le Case Protette sono alle prese con la carenza di infermieri di cui soffre l’intero sistema sanitario e socio sanitario nazionale (ne mancano 60mila), non solo la provincia di Modena. Il rischio è che all’interno delle strutture restino letti vuoti con le liste d’attesa piene come già accade in alcune realtà a noi vicine. Nell’Area nord della bassa modenese a causa della carenza di infermieri i nuovi ingressi sono off limits: sarebbero infatti 240 i posti accreditati nelle Cra ma una novantina restano vuoti perché non può essere garantita l’assistenza visto che è in servizio la metà degli infermieri previsti a regime.
La situazione è costantemente monitorata e ancora lontano da uno stato d’emergenza nell’Unione delle Terre d’Argine in base ai dati forniti dall’assessore comunale Tamara Calzolari: alla Casa Pertini di Soliera sono occupati 61 letti su 62 disponibili, presso Il Carpine a Carpi 58 su 61, al Quadrifoglio 75 su 80, alla Tenente Marchi 64 su 62, i 20 posti accreditati alla Casa Residenza Focherini e Marchesi ad Appalto sono tutti occupati, mentre alla Casa Residenza Cortenova di Novi di Modena sono occupati 52 posti su 60 disponibili.
“Quella di Cortenova a Novi di Modena era la situazione più critica ma dovrebbe rientrare grazie all’assunzione dalla metà del mese di settembre di un infermiere; rispetto ai parametri dell’autorizzazione al funzionamento manca un infermiere nelle tre strutture affidate alla Domus e, per questo motivo, al Carpine presta servizio per alcune ore un infermiere dell’assistenza domiciliare; al Quadrifoglio sono previsti lavori per la risistemazione degli spazi per potere ottimizzare le stanze per gli isolamenti covid e recuperare posti letto disponibili poiché c’è la necessità di mantenere all’interno delle strutture protette spazi a disposizione per la quarantena di nuovi ospiti che fanno ingresso nel Centro Residenziale Anziani o di eventuali ospiti positivi” precisa l’assessore.
Durante l’emergenza covid sono stati riaperti i bandi per l’assunzione di personale infermieristico ma le condizioni contrattuali proposte da Ausl sono migliori di quelle delle strutture protette che rimangono a secco non solo di infermieri, ma anche di medici incaricati della sorveglianza sanitaria. “Esprimerò le mie preoccupazioni al Comitato di distretto e chiederemo una mano ad Ausl che finora ci ha sempre sostenuto nei momenti di difficoltà, ma indubbiamente questo è un periodo di particolare stress per le professioni sanitarie”.
Il tema è stato affrontato anche dal coordinamento provinciale delle Cra. La scelta di qualche anno fa di assegnare la gestione del personale alle Cra oggi impedisce alle stesse di fare nuovi inserimenti. Se fosse di nuovo l’Ausl a farsi carico della gestione di tutto il personale infermieristico, avendo di fronte il quadro complessivo delle esigenze del territorio, potrebbe mandare gli infermieri là dove ce n’è bisogno.
S.G.