“Fair Play” di Tove Jansson

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“In fondo, quello che conta è questo: non stancarsi mai, non cadere nell’indifferenza, non perdere l’interesse né la propria inestimabile curiosità- sarebbe come arrendersi alla morte. È semplice, no?”

“Fair Play”, il romanzo dell’autrice finlandese Tove Jansson scomparsa nel 2001, uscito per la prima volta nel 1989 e di recente ripubblicato da Iperborea, è la storia di due donne, Jonna e Mari, due artiste molto diverse l’una dall’altra sia nel carattere che nel modo di esprimersi attraverso l’arte.

Jonna è più pratica e decisa rispetto a Mari, che è invece incerta e sognatrice.

Hanno due atelier ai capi opposti di Helsinki e una casetta che condividono su una piccola isola solitaria.

Mari scrive, illustra, sogna, si fa domande, accoglie un maestro burattinaio russo che sacrifica il sonno all’arte, si appassiona a una donna sola al mondo che le chiede il senso della vita.

Jonna dipinge, intaglia il legno e trova risposte, cerca di catturare la realtà con la sua cinepresa, ama i film western di serie B e i capolavori di Fassbinder, e mette mano al fucile da caccia quando c’è bisogno di una “sana spietatezza”.

Entrambe esternano le proprie caratteristiche individuali e difendono il proprio modo di vedere le cose, talvolta anche litigando, ma sempre con rispetto reciproco, unite da un’urgenza creativa che riesce ogni volta a gettare una luce nuova sulle cose e sulla natura umana, a trasformare la quotidianità in una riserva di piccoli episodi epici fuori dall’ordinario e di inattese rivelazioni.

Questo libro, un susseguirsi di eventi e pensieri illuminanti, sottolinea il valore del tempo presente e l’importanza della creatività, intesa come capacità di uscire dagli schemi e scoprire sempre qualcosa di interessante intorno a noi.

Con delicatezza e profondità, e senza una parola di troppo, l’autrice ci restituisce una storia che è al contempo minuscola e senza confini, un’opera semplice ma grande per umanità e ispirazione, l’elogio di ciò che serve per costruire qualcosa insieme all’insegna della complicità, della stima e dello scambio puro e fruttuoso.

Una storia che presenta molti strati e sfaccettature: un piccolo gioiello della letteratura femminile scandinava da leggere e custodire.

Chiara Sorrentino

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