Evento o rito? La celebrazione liturgica 60 anni dopo l’inizio del Concilio Vaticano II

Si parlerà di liturgia e di celebrazioni a 60 anni dal Concilio Vaticano II nel convegno che si terrà sabato 25 settembre a partire dalle 9, presso il Museo diocesano di Carpi (Corso Fanti, 44) promosso dal Laboratorio Teologico Realino (LTR) in apertura dei corsi del secondo anno di studi. A introdurre i lavori sarà, in video-collegamento, il Vescovo di Carpi Erio Castellucci.

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Brunetto Salvarani, docente del Laboratorio Teologico

Si parlerà di liturgia e di celebrazioni a 60 anni dal Concilio Vaticano II nel convegno che si terrà sabato 25 settembre a partire dalle 9, presso il Museo diocesano di Carpi (Corso Fanti, 44) promosso dal Laboratorio Teologico Realino (LTR) in apertura dei corsi del secondo anno di studi. 

A introdurre i lavori sarà, in video-collegamento, il Vescovo di Carpi Erio Castellucci. Sono stati invitati per l’occasione due relatori qualificati: Andrea Grillo, docente di Teologia dei sacramenti e di Filosofia della religione al Sant’Anselmo di Roma e al Santa Giustina di Padova, e Pina De Simone, che insegna Etica e Filosofia delle religioni presso la Facoltà teologica dell’Italia meridionale e dirige la rivista dell’Azione Cattolica Dialoghi.

“Di quella stagione riformatrice – spiega il professor Brunetto Salvarani, docente del Laboratorio Teologico – ci domanderemo, a quasi sei decenni di distanza, ciò che rimane e a cosa sarebbe opportuno mettere mano in vista del futuro. Se negli Anni Sessanta e Settanta è stata la nuova liturgia ad assumere, ben presto, il compito di rappresentare il nuovo corso della Chiesa conciliare con una riforma che ha inteso rendere più consapevole e attiva la partecipazione dei credenti alla liturgia e colmare il divario progressivamente creatosi tra la fede celebrata nelle chiese e l’azione nella società, ora la questione è forse ancor più pressante, come abbiamo potuto constatare nell’ultimo biennio, e in particolare durante le fasi del lockdown”. 

Il tema del convegno ha una valenza culturale che va oltre l’interesse esclusivo degli addetti ai lavori, in coerenza con tutte le proposte del Laboratorio Teologico Realino che “ha l’obiettivo di declinare una teologia all’altezza dei nostri tempi incerti – soprattutto in stagione di pandemia – a servizio della Chiesa che è in Carpi e in chiave di formazione permanente rivolta a un pubblico vario e curioso, non necessariamente fatto di specialisti, tantomeno di soli praticanti”, come spiega il coordinatore del LTR, don Antonio Dotti.   

Il convegno è aperto a tutti fino ad esaurimento dei posti consentiti, per l’ingresso è necessario essere provvisti di green pass. Il convegno è promosso dal Laboratorio Teologico Realino in collaborazione con la Diocesi di Carpi e con il contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Carpi.

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