Sale l’attesa per l’inizio delle lezioni: il 13 settembre si torna in classe, tra problemi vecchi e nuovi. L’obiettivo principale di questo nuovo anno scolastico è senza dubbio quello di riuscire ad assicurare la didattica in presenza al 100%. Per farlo, garantendo al contempo la massima sicurezza di studenti e docenti, anche in considerazione della maggiore contagiosità della variante Delta, i diktat sono sostanzialmente tre: si torna in classe con mascherine dai sei anni in su (anche se, “nelle classi dove sono tutti vaccinati i ragazzi si possono togliere la mascherina e si può tornare a sorridere, ha specificato il ministro Bianchi), distanziamento di un metro (non più obbligatorio ma strettamente raccomandato) e tutto il personale – docente e non – dovrà essere munito di green pass.
Sul fronte della certificazione verde il Dipartimento di Sanità Pubblica dell’Ausl di Modena ricorda come oltre il 90% del personale scolastico sia vaccinato ma a preoccupare i dirigenti scolastici è soprattutto l’allungamento dei tempi legato ai controlli: “pur non essendo ancora ufficialmente iniziata, la scuola è già pienamente operativa. Ci sono ragazzi che stanno recuperando i debiti e altri che frequentano alcuni corsi di matematica per non farsi trovare impreparati quando inizieranno le lezioni. Sino ad oggi le verifiche dei certificati vengono eseguite manualmente da me e da alcuni insegnanti che ho scelto per tale compito – spiega Marcello Miselli, dirigente dell’Itis Leonardo da Vinci – fino a quando non sarà disponibile la App a cui sta lavorando il Ministero dell’Istruzione e che dovrebbe essere attivata in concomitanza con la riapertura. Ora il meccanismo è farraginoso ma col nuovo sistema applicativo la procedura si semplificherà dal momento che si potrà fare tutto in sede amministrativa, l’auspicio è che sia disponibile il prima possibile, in caso contrario i controlli saranno davvero problematici”.
“Sinora – spiega Luigi Vaccari, dirigente scolastico dell’Istituto Meucci – non abbiamo
avuto sentore di docenti non vaccinati, ovviamente qualora si presentasse il problema le regole sono chiare: a scuola si entra solo se dotati di certificazione verde o con una esenzione permanente, in caso contrario scatta la sospensione. Sui controlli non abbiamo avuto problemi e non si sono create file ma speriamo che alle rassicurazioni del ministro seguano i fatti e che la piattaforma sia operativa per la riapertura come promesso”.
Green pass a parte però, le scuole, soprattutto quelle superiori, dovranno misurarsi anche con altre difficoltà, a partire dalla mancanza di spazi.
Il Vinci, scelto da 230 nuovi iscritti, in leggero incremento rispetto allo scorso anno, “ha pochi spazi a disposizione – prosegue Miselli – e quindi quando sarà possibile rispetteremo l’indicazione di mantenere il distanziamento di un metro, in caso contrario a tutelare tutti saranno le consuete misure anti contagio: dalla frequente areazione alla santificazione dei locali, all’uso, peraltro obbligatorio sia a banco che negli spostamenti all’interno della scuola, della mascherina. Per evitare il più possibile gli assembramenti, i ragazzi potranno entrare da più accessi ma quello degli spazi resta un problema annoso. Come se questo non bastasse la Provincia sta sistemando l’impianto di riscaldamento, un intervento importante che ci preclude l’utilizzo di ulteriori locali… speriamo che il cantiere finisca presto”.
Anche al Liceo Fanti, che conta 430 nuovi iscritti, il tema spazi rappresenta un nervo scoperto: “per portare a scuola tutti i ragazzi – spiega Alda Barbi, dirigente del Fanti – abbiamo studiato delle soluzioni alternative: non potendo fare Dad ed essendo sempre in crescita, adotteremo quindi delle soluzioni percorribili, a partire dalla settimana breve per le classi prime e seconde per le quali concentreremo l’orario su cinque giorni. Come già accaduto due anni fa poi, quattro classi saranno ospitate al Vallauri. Insomma ci stiamo attrezzando e sono moderatamente ottimista”.
“Sul fronte spazi – ricorda Luigi Vaccari – siamo partiti favoriti già lo scorso anno: unica scuola superiore di Carpi a poter garantire sin dal primo giorno di scuola la presenza al 100% dei ragazzi. Quindi da questo punto di vista siamo assolutamente tranquilli”.
Al centro dell’azione di Vincenzo Caldarella, dirigente dell’Istituto professionale Vallauri,
vi è “il rafforzamento del protocollo di sicurezza. Per una ripartenza sicura è fondamentale far leva su percorsi differenziati: le classi devono restare separate e per questo motivo compiremo ogni sforzo affinché non si creino assembramenti e scambi tra studenti di differenti sezioni. Confido fortemente nel senso di responsabilità di ciascuno, a partire da quello dei ragazzi. Ai docenti ho chiesto di essere scrupolosi nell’osservare le regole e dare così il buon esempio. Ho infine chiesto la collaborazione delle forze dell’ordine affinchè vi siano dei controlli puntuali fuori dall’istituto tesi a scoraggiare ogni tipo di assembramento”.
Significativa poi la criticità sollevata dal dirigente del Meucci: “lo scorso anno i ragazzi sono stati letteralmente chiusi in gabbia, pertanto ci piacerebbe farli uscire da scuola, organizzando varie attività. Nel mese di agosto avremmo voluto organizzare alcune giornate di incontro e di laboratori presso il Campo Fossoli ma essendo un luogo della cultura per accedervi è necessario il green pass. Per aggirare tale ostacolo abbiamo ripiegato su un parco pubblico ma il problema resta e, dal momento che molti studenti non si sono ancora vaccinati non avrebbe senso pianificare un’attività all’esterno a cui potrebbe partecipare solo mezza classe… Confido che tale nodo venga sciolto affinché, fino a quando resteremo in zona bianca, e virus permettendo ovviamente, i ragazzi possano frequentare i luoghi della cultura del territorio”.
L’emozione di ripartire in presenza al 100% è comunque tanta poiché, sottolinea Marcello Miselli, “la scuola non è solo didattica ma anche relazione. La Dad è uno strumento importante, una modalità che continueremo a utilizzare soprattutto per fare riunioni, corsi di recupero, conferenze… ma non può soppiantare in toto la didattica in presenza. La speranza è che l’andamento epidemiologico resti sotto controllo e poi – conclude il dirigente del Vinci – grazie al vaccino possiamo guardare ai prossimi mesi con cauto ottimismo”.
Jessica Bianchi