In bici sul Tratturo Magno dall’Aquila a Foggia

Dal 3 all’8 agosto i carpigiani Ruggero Fregni e Claudio Colliva hanno percorso in bicicletta la via della transumanza partendo dall’Abruzzo, attraversando il Molise per arrivare in Puglia, visitando posti inesplorati, a contatto con la natura, sperimentando l’ospitalità e la gentilezza della gente

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Il percorso è quello tracciato nei secoli dai pastori che dalle zone montane dell’Abruzzo in inverno si spostavano verso i climi più miti e i pascoli più ricchi del tavoliere delle Puglie: il Regio Tratturo L’Aquila – Foggia è lungo 244 chilometri e largo un centinaio di metri, una vera e propria ‘autostrada degli ovini’. Utilizzando e recuperando le vecchie strutture che i pastori avevano costruito lungo il tragitto per il rimessaggio delle greggi sono state realizzate strutture per il pernottamento e la ristorazione. A cimentarsi nell’esperienza del tratturo, dal 3 all’8 agosto, sono stati due carpigiani, Ruggero Fregni e Claudio Colliva, che raccontano di paesaggi suggestivi immersi nella natura, borghi e monasteri disseminati lungo il percorso e incontri con persone “di una gentilezza unica”. In sella alla bicicletta hanno percorso 450 chilometri facendo lunghe deviazioni per scoprire il più lungo e il più importante dei cinque Regi Tratturi: si parte dal Duomo di Collemaggio a L’Aquila per attraversare il Molise e arrivare al mare della Puglia.

“A differenza della via Francigena che avevamo percorso anni fa, lungo il Tratturo Magno non abbiamo incontrato anima viva. Non è un percorso molto conosciuto e quindi non è molto battuto: in cinque giorni abbiamo incrociato un pellegrino a piedi e una coppia in bici. Inizialmente ci sono tratti impervi piuttosto complessi dove serve un minimo di esperienza ma poi avvicinandosi al mare della Puglia si attraversano piane assolate in cui l’unico ostacolo è il gran caldo”.

Ruggero e Claudio si sono imbattuti negli incendi che hanno devastato il sud in quest’estate torrida e, proprio a causa di alcuni incendi sulla tratta ferroviaria, il treno del ritorno non è potuto partire e sono stati approntati mezzi sostitutivi. “E’ stata l’unica nota dolente di questa esperienza che ricorderemo per tanti motivi, tra cui l’ospitalità ricevuta dalla gente che vive lungo il Regio Tratturo”.