In provincia di Modena, tra i 12 e i 14 anni, solo il 46% è entrato nel circuito vaccinale, mentre la percentuale sale al 64% se si considerano i ragazzi tra i 15 e i 19 anni (dati al 28 luglio). I motivi per vaccinarsi? Per ripartire con la scuola in sicurezza a settembre, per riprendersi la socialità che tanto è mancata nei mesi scorsi, perché è diritto di ogni ragazzo poter contare su una didattica in presenza e riconquistare i momenti di normalità. A fronte di dati di adesione alla campagna vaccinale da parte degli adolescenti non ancora ottimali, l’Ausl di Modena lancia un appello attraverso i pediatri.
“Occorre rimarcare – afferma Francesco Torcetta, Direttore della Pediatria di Area Nord (Ospedali di Carpi e Mirandola) – l’importanza della vaccinazione perché è l’unica arma per uscire dalla situazione attuale e interrompere la catena del virus e di serbatoi che inducono il virus a creare nuove varianti”.
Quali sono i dubbi dei genitori?
“I dubbi classici sono quelli che circolano regolarmente sugli effetti collaterali dei vaccini o sulla stessa necessità del vaccino a fronte del fatto che le conseguenze per questa fascia di età sono più contenute. Se è vero che i numeri dei ricoveri ospedalieri pediatrici con covid sono bassi, è altrettanto vero che il covid può avere un decorso importante anche per un adolescente provocando situazioni in cui c’è il pericolo di vita. Le vaccinazioni, anche sulla sorta dei dati americani dove sono 7 milioni gli adolescenti vaccinati, hanno effetti collaterali ridotti all’osso, di malessere generale come la gran parte dei vaccini”.
Oggi si contagia una fascia di popolazione molto giovane, il vaccino può determinare un rallentamento?
“Lo scopo è quello: ridurre la circolazione in modo da ridurre la percentuale dei contagi all’interno di quella fascia d’età. Proteggere questa fascia significa evitare rientri a scuola con sospensioni e didattica a distanza. Consideriamo che la grande conseguenza del covid sull’adolescenza è proprio la mancanza di socialità”.