Tornano a salire i contagi da Covid nel modenese: questa settimana il tasso di incidenza è di 24 nuovi casi ogni 100mila abitanti (erano 7 ogni 100mila nella settimana dal 30 al 6 luglio) mentre l’indice di trasmissione Rt, “pur non essendo particolarmente significativo su numeri così bassi”, chiarisce Antonio Brambilla, direttore generale dell’Azienda Usl di Modena, si attesta sull’1,4 a “testimonianza che il virus continua comunque a circolare”. Dopo settimane in cui non si registravano decessi legati al Covid, nella giornata di ieri, 22 luglio, nel modenese è morto un uomo di soli 49 anni. Aumentano anche le persone in isolamento domiciliare che raggiungono quota 800.
“La Variante Delta, ormai dominante (51,1%), è più che raddoppiata nelle ultime due settimane e ci aspettiamo che a breve soppianti tutte le altre. Al momento, nonostante la sua contagiosità, tra i vaccinati non sta creando problemi e soprattutto non sta impattando negativamente sulle strutture ospedaliere. Per arginarla al massimo abbiamo ulteriormente rafforzato l’azione di tracciamento dei contatti dei nuovi positivi”, assicura Brambilla. Ad oggi, in tutta la rete ospedaliera modenese sono 42 i posti letto dedicati ai pazienti Covid (25 in area medica e 17 in intensiva) ma, al momento a essere ricoverate sono solo 10 persone, nessuna in Terapia Intensiva. “Tra gli ospedalizzati – aggiunge il direttore – due pazienti avevano completato il ciclo vaccinale: uno totalmente asintomatico è entrato in ospedale per un intervento ed è risultato positivo al tampone di routine pre-ricovero, mentre l’altro non presenta sintomi significativi a ulteriore dimostrazione di come il vaccino protegga dalle forme più severe dell’infezione”.
Cambia la modalità di assegnazione dei colori delle regioni: a contare è soprattutto il numero dei ricoveri. Il Governo ha stabilito come limite una percentuale di occupazione del 10% per le terapie intensive e del 15% per far scattare la zona gialla e il provvedimento è visto di buon occhio dal direttore Brambilla. “Il dato prevalente deve assolutamente essere la pressione sulle terapie intensive e sugli ospedali in generale. Perché è quello il problema di più complessa gestione e pertanto è opportuno che i governi dettino delle regole precise”.
Sul fronte della campagna vaccinale, nel modenese si procede al ritmo di 8.500-9mila inoculazioni al giorno (721.354 le dosi somministrate, di cui 316.941 seconde dosi): il 68,4% della popolazione con più di 12 anni non è più suscettibile di infezione.
Due i nervi scoperti: la bassissima adesione della fascia d’età 14-18 anni che “compromette la sicurezza della ripartenza dell’anno scolastico a settembre” e, aggiunge il direttore generale, “il non riuscire a convincere gli over 60 che non lo hanno ancora fatto a prenotarsi. Oggi è coperto l’87,6% di questa categoria ma non ci basta: dobbiamo raggiungere almeno il 90% entro la fine di luglio”.
Oggi stiamo vivendo una fase di transizione fondamentale: “in agosto – conclude Brambilla – ci giochiamo la riapertura dell’attività lavorativa e delle scuole. E’ vero, la vita sociale deve riprendere ma questa pandemia oltre a insegnarci come riorganizzare i servizi sanitari e territoriali deve indurre dei cambiamenti anche negli stili di vita. Io non sono pessimista circa il futuro ma è un dato certo che dovremo probabilmente confrontarci ancora con la circolazione di nuovi agenti patogeni, un fattore che potrebbe generare ulteriori pandemie. Pertanto il senso di responsabilità individuale e l’adozione di comportamenti corretti, dalla vaccinazione al rispetto delle norme di sicurezza, sono determinanti. Se arriveremo a una percentuale di vaccinati intorno all’80% raggiungeremo l’obiettivo dell’immunità di gregge. Ciascuno faccia la propria parte”.
Jessica Bianchi