E’ a tinte fosche la fotografia che emerge dal Report 2020 redatto dall’Ispettorato Nazionale del Lavoro. Lo stato di salute di imprese ed economia del nostro Paese, così come dell’Emilia Romagna, è a dir poco preoccupante. Allarmante la crescita del lavoro nero, delle forme di evasione fiscale e delle gravi violazioni in materia di salute e sicurezza sul lavoro. Non si arresta nemmeno la “disponibilità” da parte di certa imprenditoria a collaborare con l’economia malavitosa: si va dal caporalato alle illecite esternalizzazioni o interposizioni aziendali, al riciclaggio dei fondi cumulati in nero, fino ai distacchi transnazionali di pezzi d’azienda.
A livello nazionale dall’Ispettorato Nazionale del Lavoro sono piovuti controlli a carico di 103.857 aziende. Ispezioni in materia di “vigilanza sul lavoro regolare e rilevando il 66% di irregolarità; di vigilanza previdenziale con l’81% di irregolarità; di vigilanza assicurativa con l’87% non in regola! Ma il nostro territorio come se la cava?
L’Emilia Romagna si pone al 2° posto per Richieste di intervento, provenienti da parti sociali e da lavoratori per una concreta verifica delle condizioni di lavoro nell’impresa. I settori coi più elevati indici di irregolarità, si trovano nel terziario e subito dopo, nei “servizi di supporto alle imprese”, poi edilizia, trasporto, agricoltura e attività professionali. Dati che mettono la nostra regione al 2° posto dopo la Lombardia, per il numero di lavoratori irregolari rinvenuti con le ispezioni: ben 6.821 nel 2020.
Sul fronte “illecite esternalizzazioni di mano d’opera” in materia di appalti, la nostra regione è al primo posto nazionale, con 1.696 lavoratori coinvolti, seguiti da Lombardia, Piemonte e Veneto, mentre per quanto riguarda le violazioni riscontrate per “interposizione di manodopera” illecita, l’Emilia Romagna si pone al 3° posto dopo Piemonte e Veneto.
L’altro capitoletto sulle ispezioni per il contrasto agli illeciti “distacchi transnazionali” per la tutela ai lavoratori coinvolti nelle distorsioni delle delocalizzazioni delle imprese e agli appalti a dimensione internazionale, pone la nostra regione al 2° posto dopo la Campania!
Secondo gradino del podio anche per quanto riguarda il ricorso di contratti “atipici” o fasulli. Insomma, “imprese ed economia sono malati. Un virus da lavoro nero, che colpisce lo stato di salute dell’intera società e che – commenta il sindacalista Franco Zavatti di Cgil Modena /Coordinamento Legalità – impone una prevenzione estesa e reale ed argini credibili. Ma chi ne parla? Ognuna della tante inchieste giudiziarie sul radicamento lavorativo degli affarismi malavitosi e mafiosi, al Nord e qui in Emilia Romagna, riportano atti e capitoli sempre più riferibili al lavoro nero, a transazioni societarie, appalti truccati, coop di comodo… Non bastano le battaglie sindacali: le associazioni imprenditoriali, ma anche le istituzioni territoriali, scendano davvero in campo, con più forza e spinte per elevare il lavoro pulito e soprattutto legale”.