La concorrenza fiscale (sleale) in Europa

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I Paesi frugali del Nord Europa, Olanda in testa, alzano la voce contro i popoli mediterranei, tra cui l’Italia: non ci ritengono capaci di gestire responsabilmente le finanze pubbliche ma dimenticano di sottolineare che le difficoltà italiane derivano anche dalle forti asimmetrie tra i sistemi fiscali nazionali.

Per dirla esplicitamente, ci sono Paesi che hanno l’opportunità di attirare imprese e accrescere il Pil e altri no, perché all’interno della Ue esistono regimi di tassazione, i cosiddetti paradisi fiscali, e l’Italia è tra le nazioni che più ne subiscono le conseguenze. L’Europa detta le regole del rapporto tra debito e Pil all’interno di una famiglia asimmetrica, dove ci sono alcuni Paesi (Lussemburgo Olanda, Cipro, Irlanda) che possono permettersi una tassazione incredibilmente agevolata sulle imprese intorno al 10-20% mentre in Italia arriva al 50% e il nostro Paese è tra quelli con la pressione fiscale più alta sulle imprese.

Ha un senso appartenere a un blocco economico in cui valgono le stesse regole e la stessa moneta ma non la stessa tassazione sulle imprese?

Sinceramente non si capisce come possa esistere un’asimmetria fiscale in un blocco di 27 Paesi di cui 17 con l’euro vincolati da regole europee rigidissime sul rapporto deficit – Pil in cui però ci sono Paesi che possono autofinanziarsi con la fiscalità.

La politica italiana non reagisce e a chi chiede di abbassare la pressione fiscale risponde negativamente, “non si può”. Alla fine ci ritroviamo penalizzati perché gli altri Paesi, quelli frugali, attirano le nostre imprese potendo garantire una tassazione agevolata e noi non ci possiamo nemmeno difendere svalutando la moneta che resta uguale per tutti.

FCA, Ferrero, Mediaset hanno già spostato la sede legale per non pagare le tasse in Italia dove rimangono sempre meno imprese che riescono a sostenere l’impegno fiscale e sono sempre più massacrate dal fisco: sono le piccole e medie imprese, quelle che, a differenza delle grandi, non si possono spostare. È così che l’Italia rischia di distruggere il suo patrimonio e di ridurre progressivamente le entrate se le aziende se ne vanno altrove.

Come si fa a dire che l’Unione Europea è una famiglia che ci vuole bene quando la genesi della maggior parte della burocrazia che pesa sulle imprese arriva dall’Europa? I nostri politici dove sono?

PAP20