Scade il 2 luglio il termine dei sessanta giorni per presentare osservazioni al grande intervento urbanistico previsto nell’Oltreferrovia, tra via Tre Ponti e via Due Ponti, dopodiché quando le ruspe spianeranno i terreni agricoli e i rulli compressori asfalteranno gran parte di via Corbolani sarà troppo tardi per tornare indietro. Quello che è stato definito dall’amministrazione comunale “un pezzo del futuro di Carpi” prenderà corpo grazie all’intervento della nuova proprietà, dopo che, Cmb, messa al palo da dieci anni di discussioni, sondaggi e convegni, ha deciso di vendere all’inizio del 2020. Non si conosce niente più del nome, Controcampo srl, del nuovo soggetto attuatore, una fiduciaria ai soci della quale non si può risalire nemmeno con una visura: sarà Controcampo a realizzare uno dei più grandi interventi immobiliari degli ultimi anni, definito dal Sindaco Bellelli “una grande occasione per la nostra città”. Vista con altri occhi pare una grande operazione immobiliare per edifici di fascia alta, un business per pochi, ma che contribuirà all’ ulteriore svalutazione delle periferie degli anni 60-70. E mentre si costruiscono nuove case e nuovi palazzi, viene rimandato il recupero dell’ex Consorzio Agrario che già lì esiste, nella completa indifferenza per l’architettura storica e identitaria come avviene per tanti altri edifici abbandonati a sé stessi come Corte Paltrinieri e Villa Castellazzi, fagogitati da un’urbanistica senz’arte né parte.
Sono stati i “miglioramenti” rispetto al precedente progetto a convincere i nostri amministratori ad approvare la Variante al Piano particolareggiato eppure, in base alla Tabella dei dati urbanistici contenuta all’interno della Relazione Illustrativa, l’area di verde pubblico diminuisce di quasi 4mila metri quadrati (da 86mila a 82mila); l’indice di utilizzazione della superficie edificabile resta invariato; sono 5 i piani degli edifici su via Tre Ponti, quando nel precedente piano particolareggiato si fermavano a quattro e in base al P.R.G. dovrebbero essere al massimo tre; sempre nella Relazione Illustrativa è indicata la piantumazione di 1.127 alberi quando in realtà nella Tavola tecnica n° 10 – Sistemazione del verde ne sono conteggiati solo 464 ben al di sotto gli standard del P.R.G. (80 alberi/ettaro) in base ai quali gli alberi dovrebbero essere 1.162. Si dirà che l’intento è quello di preservare “il canocchiale” di via Corbolani, la linea tra i campi che punta idealmente verso la cupola del Duomo e di cui le alberature potrebbero ostacolare la visione. Non sarà più la stessa visione se quel pezzo di campagna, risparmiato dall’avanzata della città per decenni, non esisterà più.
Sara Gelli