Consulenze a distanza con il ginecologo oncologo

Anche il reparto di Ginecologia dell’Ospedale Ramazzini di Carpi partecipa all’H-Open Day organizzato da Fondazione Onda, Osservatorio nazionale sulla salute della donna e di genere.

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dott. Paolo Venturini

Martedì 29 giugno il dottor Paolo Venturini, titolare della struttura dipartimentale di Chirurgia onco-ginecologica del Ramazzini, sarà a disposizione per consulenze a distanza sul tema della ginecologia oncologica. I colloqui virtuali si terranno sulla piattaforma Zoom, dalle 16 alle 19: dodici i posti disponibili, per partecipare è obbligatoria la prenotazione.

Come partecipare – Le donne interessate dovranno inviare la richiesta di partecipazione all’indirizzo mail preopgincarpi@ausl.mo.it, specificando nell’oggetto COLLOQUIO INIZIATIVA ONDA, o telefonando a Ginecologia Carpi 059/659356 dal lunedì al venerdì dalle 12 alle 13.30. Alle partecipanti verrà comunicato un link con le istruzioni per connettersi e l’orario del colloquio virtuale).

I numeri – In Italia, secondo “I numeri del cancro 2020” di AIOM, nel 2020 erano attese oltre 10.000 nuove diagnosi di tumore all’utero (corpo e cervice) e circa 5.000 all’ovaio. Purtroppo, sempre in Italia, il carcinoma endometriale, neoplasia che colpisce il corpo dell’utero, è tra i più frequenti tumori femminili e il carcinoma della cervice uterina rappresenta il quinto tumore per frequenza nelle donne sotto i 50 anni di età e complessivamente l’1,3% di tutti quelli diagnosticati. Più dell’80% delle pazienti con tumore ovarico ha una recidiva della malattia e la qualità dell’intervento chirurgico con la corretta terapia di mantenimento sono fondamentali per offrire alle pazienti più qualità vita e tempo senza sintomi della patologia. In occasione dell’H-Open day sarà distribuita una brochure informativa scaricabile gratuitamente dal sito www.ondaosservatorio.it.

In tutto il territorio nazionale, negli ospedali aderenti al progetto, verranno offerti servizi gratuiti clinico-diagnostici e informativi come visite e consulenze in presenza e virtuali, colloqui telefonici, esami, conferenze e info point.

“Quest’iniziativa si inserisce nell’ambito di un progetto più ampio che ha visto anche l’organizzazione di un evento virtuale, proprio in occasione della IX Giornata Mondiale del Tumore ovarico, con il coinvolgimento delle Istituzioni centrali e regionali, della comunità scientifica con le principali Società di riferimento e delle Associazioni pazienti”, spiega Francesca Merzagora, Presidente di Fondazione Onda. “Tra tutti i tumori, ginecologici e non, quello ovarico resta ad oggi il più insidioso. Avere a disposizione Centri di riferimento in cui lavorano oncologi sensibili all’umanizzazione della cura è sempre più importante. Umanizzare la cura significa individuare non la terapia più efficace a tutti i costi seguendo i freddi indicatori delle pubblicazioni scientifiche indipendentemente da effetti collaterali e impatto sulla qualità di vita ma comprendere prima la dinamica di vita della paziente e coinvolgerla nella scelta di un percorso terapeutico che salvaguarda la qualità del proprio tempo. Lo scenario negli ultimi anni è molto cambiato grazie all’introduzione di test diagnostici e nuove terapie (anche orali) che consentono di adottare percorsi di prevenzione e di cura personalizzati. L’obiettivo generale del progetto è migliorare l’accesso a queste preziose opportunità in modo equo e omogeneo su tutto il territorio italiano. Abbiamo oggi a disposizione terapie molto innovative, connotate non solo da una maggior efficacia, ma anche da aspetti importanti come la tollerabilità a bassi dosaggi e le minime interazioni farmacologiche nel caso di terapie concomitanti; tali terapie garantiscono un prolungamento importante della sopravvivenza libera da malattia, impattando positivamente non solo sulla prognosi ma anche sulla qualità di vita delle pazienti e dei loro familiari. Questo è un aspetto che, nell’ottica dell’umanizzazione delle cure, deve essere attenzionato e che Fondazione Onda intende valorizzare anche nei percorsi dedicati all’onco-ginecologia degli ospedali premiati con i Bollini Rosa con l’ambizione di averne almeno uno per regione per ridurre, ove possibile la mobilità sanitaria che tanto impatta sia psicologicamente che economicamente su pazienti che familiari”.

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