“Il mondo del lavoro, dell’assistenza e delle relazioni sociali dovranno cambiare”

Grandi sfide si profilano all’orizzonte secondo il direttore generale dell’Ausl di Modena, Brambilla: “credo che questa esperienza dovrà portare a un cambiamento del nostro stile di vita anche in considerazione del fatto che pandemie come questa potranno ripresentarsi tra qualche anno. Il mondo del lavoro, dell’assistenza e delle relazioni sociali dovranno essere ripensati”.

0
1115
Antonio Brambilla, direttore generale dell’Ausl di Modena

Sono scesi a 12 ogni 100mila abitanti i nuovi casi di contagio da Covid 19 in provincia di Modena nell’ultima settimana “una progressione favorevole che vede un tasso di positività pari all’1% sui primi tamponi effettuati. Segno che all’allentamento delle misure di contenimento corrisponde anche una diminuzione della circolazione virale”, commenta Antonio Brambilla, direttore generale dell’Ausl di Modena. I nuovi casi sono in forte calo in tutte le fasce d’età, eccezion fatta per quella dai 19 ai 24 anni anche se, prosegue il direttore, “questo dato non desta particolari preoccupazioni dal momento che l’infezione nei giovani non comporta quadri clinici importanti e dunque questo leggero incremento non incide molto sulla circolazione del virus né tantomeno sulla pressione ospedaliera”. Al momento a livello domiciliare sono seguite 665 persone, “numeri lontanissimi da quelli del picco di marzo, quando abbiamo toccato quota 17mila”. A oscillare è invece l’indice di trasmissione Rt salito a 0,7 (la scorsa settimana era 0,6) ma, assicura Brambilla, “in questo quadro generale non è un aumento significativo e siamo abbastanza tranquilli, vedremo nelle prossime settimane quale impatto comporterà l’introduzione della zona bianca su tale indicatore”. Calano invece in modo sempre più deciso i ricoveri: “sono 42 le persone Covid positive attualmente ricoverate nella rete ospedaliera modenese, un dato che ci ha consentito di ridurre ulteriormente i posti letto dedicati, scesi a 129”, prosegue il direttore. Una riduzione a cui si associa anche quella dei decessi, la cui “curva si sta finalmente normalizzando”.

Grandi sfide si profilano all’orizzonte secondo il direttore: “da oltre un anno e mezzo conviviamo con una situazione difficile che ha messo a dura prova anche sotto il profilo psicologico giovani e meno giovani. Io credo che questa esperienza dovrà portare a un cambiamento del nostro stile di vita anche in considerazione del fatto che pandemie come questa potranno ripresentarsi tra qualche anno. Con distanziamento e mascherine nel 2020 noi non abbiamo praticamente registrato casi di influenza stagionale poiché tali comportamenti riducono fortemente la circolazione virale. Sarà necessario incrementare  lo smart working e progettare in modo completamente differente le strutture sanitarie, potenziando sempre più la telemedicina, il teleconsulto… Il mondo del lavoro, dell’assistenza e delle relazioni sociali dovranno essere ripensati”.

Nel frattempo prosegue la campagna vaccinale estesa a tutte le fasce d’età: quasi 500mila le dosi somministrate mentre sono 160.408 i cittadini che hanno completato il ciclo. Numeri che fanno salire la percentuale di popolazione modenese, dai 12 anni in su, non suscettibile all’infezione al 59,3%.

Il dietrofront del Governo sull’impiego di AstraZeneca negli under 60 – coi quali si procederà con una vaccinazione di tipo eterologo, ovvero la seconda dose sarà un vaccino a mRna – ha comportato un accumulo di scorte ma, precisa Brambilla, “in attesa di sapere cosa farne dalla Struttura commissariale, noi non le buttiamo. Abbiamo ancora un 15% di popolazione over 60 da vaccinare e sarebbe sciocco liberarsi ora di tale risorsa”. 

Jessica Bianchi