La linea scelta, lo sappiamo, è stata quella dura. “La vaccinazione costituisce il requisito essenziale all’esercizio della professione” recita l’articolo 4 del decreto legge del 1° aprile 2021. E può essere omessa o differita solo in caso di accertato pericolo per la salute.
Ad oggi sono 170 gli operatori sanitari dipendenti dell’Ausl di Modena non ancora vaccinati, circa il 4% del totale: “dopo l’invio della lettera nella quale abbiamo chiesto loro di documentare l’avvenuto vaccino o le motivazioni che lo impediscono – ha spiegato il direttore generale, Antonio Brambilla – qualcuno ha provveduto a fissare la prenotazione e confido che altri lo facciano”. Gli irriducibili però, secondo quanto sancito dalla normativa, rischiano fino alla “sospensione dall’attività senza stipendio”. Scaduti i termini, prosegue Brambilla, “valuteremo se vi sono mansioni e ambiti lavorativi in cui ricollocare questi soggetti. Operatori che, lo ricordo, non potranno stare in alcun modo a contatto coi pazienti. Alcuni di loro potranno essere impiegati nell’attività di sorveglianza, che peraltro può essere svolta dal proprio domicilio, ma ovviamente anche in ragione del calo dei contagi e della diminuzione di persone assistite a livello domiciliare, non ci sarà posto per tutti e quindi per circa un centinaio di loro dovremo ragionare sull’altra opzione in campo, ovvero la sospensione dall’attività senza retribuzione. In questi giorni comunque scatteranno le segnalazioni ai vari Ordini di riferimento come previsto dalla normativa vigente”.
Ma cosa accadrà invece ai medici di Medicina Generale che continuano a rifiutare la vaccinazione? La loro sospensione infatti avrebbe delle inevitabili e gravissime ripercussioni su tutti i loro assistiti e metterebbe a rischio un servizio essenziale reso alla cittadinanza.
Laconica la risposta del dottor Dante Cintori, segretario della Federazione italiana Medici di Medicina Generale della provincia di Modena: “ogni medico a meno che non abbia dei validi motivi di salute o abbia il contratto l’infezione da poco (ndr – entro tre/sei mesi dalla malattia il consiglio è quello di fare una sola inoculazione) deve fare il vaccino onde evitare di diventare portatore del virus e dunque un potenziale pericolo per i propri pazienti. In caso contrario verrà sospeso, lo dice la legge e di fronte a questo l’Ordine dei Medici non può fare nulla”.
Dei 480 medici di famiglia della provincia di Modena, tra titolari e interini, il 4,5% non si è ancora vaccinato: “la percentuale è bassa, l’ultimo richiamo del Dipartimento di Sanità Pubblica è stato efficace (era di circa il 10% due settimane fa). E’ ovvio che la sospensione creerà dei disagi, gli stessi che si registrano quando non si trovano colleghi per coprire le cosiddette nelle zone carenti”. E noi, vedi alla voce Migliarina, sappiamo cosa vuol dire…
Jessica Bianchi