La Manifattura Riese (Navigare), le cui quote sono di proprietà all’80% di una società fiduciaria di cui viene ancora celato il proprietario, ed al 20% di proprietà dell’imprenditore carpigiano Massimo Brunetti, ha di fatto deciso di cessare l’attività lavorativa, di aprire una procedura di liquidazione ed al tempo stesso una di licenziamento collettivo, ignorando le richieste delle Organizzazioni Sindacali, dei sindaci di Carpi e Rio Saliceto, dell’Assessorato regionale al lavoro e di 82 lavoratori lasciati al loro destino.
Filctem Cgil, Filcams Cgil e Femca Cisl, nell’incontro tenutosi ieri, 9 giugno, con i consulenti di Manifattura Riese, hanno chiesto con fermezza il proseguimento dell’attività aziendale e il ritiro della procedura di licenziamento collettivo aperta in maniera unilaterale dall’azienda.
“Nel corso dell’incontro – si legge nella nota stampa congiunta dei sindacati – tanto il dirigente di Confindustria Emilia, quanto il liquidatore, hanno a loro volta ribadito, secondo un concetto abbastanza astratto, che la soluzione più idonea per evitare il fallimento sia quella di chiudere tutto lasciando a casa i lavoratori”. I sindacati giudicano “irricevibile la proposta aziendale di procedere con chiusura aziendale e licenziamenti, ribadiscono la necessità di continuare l’attività produttiva, chiedono di ritirare la procedura di mobilità e preannunciano altre e più incisive iniziative a sostegno della vertenza, in attesa di essere convocati dal Ministero, luogo deputato a prendere in carico la vertenza”.