Sono 27 i pazienti Covid positivi ricoverati al Ramazzini di Carpi

La curva delle ospedalizzazioni di pazienti Covid positivi, seppur lentamente, sta registrando un progressivo calo e la situazione all’Ospedale Ramazzini di Carpi sta pian piano migliorando nonostante permangano alcune criticità, a partire dalla disponibilità di posti letto come spiega il direttore medico della struttura, Andrea Ziglio.

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La curva delle ospedalizzazioni di pazienti Covid positivi, seppur lentamente, sta registrando un progressivo calo e la situazione all’Ospedale Ramazzini di Carpi sta pian piano migliorando nonostante permangano alcune criticità, a partire dalla disponibilità di posti letto come spiega il direttore medico della struttura, Andrea Ziglio.

Quanti sono ad oggi i ricoverati Covid positivi al Ramazzini?

“Attualmente (dato del 10 maggio) sono 27 i pazienti Covid-19 positivi ricoverati al Ramazzini. Di questi, 7 sono ricoverati su letti monitorati in regime semi-intensivo. La maggior parte dei pazienti è accolta presso la Medicina 1 e la Medicina d’urgenza, ma sono ancora presenti alcuni posti letto dedicati in altri reparti di degenza. Non ci sono attualmente pazienti Covid-19 positivi ricoverati nella Terapia intensiva del Ramazzini”.

Al momento vi sono operatori sanitari malati?

“Al momento risulta positivo solo un operatore sanitario del Ramazzini, individuato grazie allo screening periodico a cui gli operatori sono inseriti. E’ asintomatico ed è stato posto in isolamento domiciliare”.

A fronte di un calo costante seppur lento dell’andamento epidemiologico, come si sta attrezzando l’ospedale sul fronte della ripresa delle altre attività? Dalla specialistica ambulatoriale alle attività di screening, a quelle chirurgiche?

“A differenza della prima ondata, da giugno 2020 in poi si è cercato di garantire sempre anche l’attività ordinaria no Covid, grazie a un’azione di forte riorganizzazione. E’ stato sempre garantito sia lo screening oncologico che l’apertura delle agende della specialistica ambulatoriale. Per quanto riguarda invece le attività chirurgiche, si è dovuto fare i conti con la disponibilità di posti letto, dovendo assicurare l’assistenza in regime di ricovero anche ai pazienti Covid-19 positivi. Sono comunque sempre stati garantiti gli interventi urgenti, di ambito oncologico e di classe A (ovvero quello da eseguire entro 30 giorni). Dall’inizio di maggio sono invece ripresi, con più costanza, anche gli interventi per le altre classi di priorità. Grazie al progressivo miglioramento della situazione legata all’emergenza Covid e alla conseguente riorganizzazione, sarà possibile aumentare in modo netto e costante la potenzialità dell’attività chirurgica: nella prima settimana di maggio sono stati programmati 55 interventi chirurgici e 57 nella seconda, mentre l’ultima settimana di aprile erano stati 35”.

Quali criticità permangono?

La criticità maggiore è relativa alla disponibilità di posti letto, che si è ridotta sia per assistere i pazienti Covid che per garantire la sicurezza dei pazienti (distanziamento, percorsi dedicati)”.

Jessica Bianchi  

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