Noi, viandanti dei Sentieri Minimi, abbiamo poco tempo ma possiamo fare i grandi cammini a tappe, organizzandoci per il ritorno con i mezzi pubblici. Un esempio di percorso fatto “a rate” è il terzo tratto della Via Vandelli, da Pavullo a Lama Mocogno. Cominciamo col dire che se ci andate di sabato, a Pavullo c’è il mercato, anzi verrebbe da dire il super mercato di tutto il Frignano! Non solo in una piazza del centro nella zona nuova, ma anche lungo la via centrale del paese “storico”, proprio dove passa la nostra Via. Ecco, teniamone conto perché la prima impresa sarà quella di trovare parcheggio. Io vi consiglio di lasciare la macchina nella zona del centro commerciale Conad Superstore e tornare a piedi verso il centro antico fino alla chiesa di San Bartolomeo e al vicino Palazzo Ducale. Da qui passavano tante strade antiche e non c’è posto migliore per iniziare. Preso un caffè ritorniamo un attimo sui nostri passi e, superato il centro commerciale, prendiamo via Montecuccolo verso la collina e, dopo un centinaio di metri. la pista ciclopedonale sulla sinistra che fiancheggia l’aeroporto del Frignano.
Al termine della pista troveremo sulla destra le indicazioni per Castello di Montecuccoli. A un piccolo borgo con belle case antiche ristrutturate terremo la sinistra, invece di salire diritti, infilandoci in una carrareccia che ci accompagnerà dolcemente sino al Castello. Iniziamo a vedere, oltre alle solite indicazioni bianco rosse dei sentieri, anche gli adesivi e le segnaletiche specifiche della Via Vandelli. Insieme a una mappa della zona (ve lo ricordate che le mappe occorre sempre averle, vero?) acquistabile in alcune edicole di Pavullo sarà impossibile sbagliare. Per questo percorso si trovano in rete, se proprio non potete farne a meno, anche infinite tracce GPX: la ricerca va fatta con 3° tappa via Vandelli. Io, pur non avendo un orientamento infallibile (e chi è venuto a fare delle passeggiate con me lo può confermare) non sono un gran appassionato delle tracce elettroniche: alla fine si guarda più il telefono che il panorama e si perde il gusto di “trovare la strada” e di capire dove si è e cosa si trova intorno a noi.
Riprendiamo la descrizione del percorso per dire che arrivare al Castello è facilissimo. Il borgo è un gioiellino, purtroppo un po’ guastato dalle tante automobili parcheggiate nella piazzetta. Se trovate aperto il portone del castello o il piccolo museo, non perdete l’occasione per una visita, sempre tenendo presente che… a Lama avrete una corriera da prendere.
Dopo il Castello, forse perché immerso in tanti pensieri su come doveva essere vivere a quel tempo, io le prime volte mi sono perso. Ma per non farlo basta arrivare al parcheggio, tenere il sentiero che sul crinale va in direzione nord (sulla vostra destra in basso vedrete l’aeroporto e la sensazione, confermata dai fatti, è quella di tornare indietro) fino a quando ad una bella casa con tanto di pozzo in pietra nel prato, si deve svoltare a sinistra, scendendo verso via Pratolino. Giunti alla strada asfaltata si va a sinistra per alcune centinaia di metri dopo di che si prende sulla destra Via Le Fornaci. Prima con un po’ di asfalto e poi con la terra battuta a mezza costa arriviamo ad una abitazione, dove vien da dire “Ecco, ho di nuovo sbagliato strada: sono arrivato nel cortile di casa di questi! Mi faranno un caffè?” invece c’è una traccia usata dai trattori che scende sulla destra. Attraverso due parallele siepi di noccioli si arriva ad un antico mulino. I cani da caccia che sono nei serragli vi faranno da faro sonoro. Dopo aver fatto scorta di acqua alla fontana, si oltrepassa il ruscello e si prende a sinistra. Con una rapida carrareccia si arriva esattamente dietro la chiesa di Monzone. Prendiamo fiato, visto che abbiamo fatto il tratto più ripido del percorso. Dalla chiesa si va verso il centro del paese e in corrispondenza di una fontana si prende la via per Montecenere in leggera salita. Se non avete l’acqua, prendetela qui perché poi fino a Lama non c’è altro. Si passa davanti all’Agriturismo Casa Minelli. Andando avanti su questo bel crinale si vedrà ad un certo punto sulla destra un parcheggio in terra battura con l’indicazione per Ponte D’Ercole e gli oramai familiari adesivi della Via Vandelli. Prendiamo per la sterrata con la piacevole sorpresa di camminare nella soffice sabbia. Questa zona è molto frequentata in tutte le stagioni proprio perché il ponte attira molti visitatori. Attenzione alle bici e in autunno e inverno, oltre ai cercatori di funghi e castagne, ai tanti cacciatori: opportuno indossare qualcosa ad alta visibilità.
Arrivati alla meraviglia strutturale del ponte in arenaria, talmente ardito da meritarsi come al solito anche l’appellativo di ponte del diavolo, faremo ovviamente scorta di fotografie e poi riprendiamo, sempre a mezza costa in direzione Lama.
All’uscita dal bosco, subito dopo il parcheggio, alla prima casa prendiamo la strada sulla destra. Faremo una leggera salita ma se tenessimo la sinistra sbucheremmo sulla Via Giardini molto prima di Lama, con la conseguenza di dover poi fare un lungo tratto sulla Statale.
Arriveremo invece sulla Giardini a poche centinaia di metri dall’incrocio in centro con la fontana. Un’occhiata all’orologio per capire quanto tempo abbiamo per mangiare e poi scegliamo. In tutte le stagioni a Lama ci sono varie e gustose possibilità.
In circa 30 minuti il bus ci porterà a Pavullo e come al solito ci verrà spontaneo dire “Ci abbiam messo tanto ad andare e così poco a tornare?” ma avremo viste cose e fatte esperienze che chi va veloce non può gustare.
INFORMAZIONI
Località: Comune di Pavullo / Comune di Lama Mocogno (MO)
Partenza da: Palazzo Ducale di Pavullo
Percorso: da Pavullo al Castello di Montecuccoli, quindi a Monzone, Ponte d’Ercole e arrivo a Lama Mocogno; 20 km con dislivello +780 m / -630; 80% su sterrato e 20% su strada. Ritorno in autobus – Linee SETA
Durata: circa 5 ore, oltre le eventuali pause