La Festa della Liberazione al tempo della pandemia nei pensieri dei bambini

Quest'anno il 25 aprile cade alla vigilia delle riaperture e gli alunni della classe 2°A della Scuola primaria S. Pertini hanno realizzato un libretto di annotazioni da donare al sindaco Bellelli sul significato della Festa della Liberazione e sull'idea di libertà, facendo emergere tutte le emozioni vissute durante la pandemia.

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Kevin: “Se fossi stato un partigiano mi sarei battuto per tutta quella gente, soprattutto per salvare i miei amici”.

Adam: “La libertà è una cosa molto bella ma non va mai usata per fare del male”.

Clelia: “Per me libertà è sapere. Per me libertà è giocare con gli amici”.

Matvey: “Per me libertà è la vita che ti dice che puoi uscire dall’incubo che stai vivendo. È come l’armonia che ritorna dopo una guerra lunga e faticosa”.

Queste sono soltanto alcune delle riflessioni che gli alunni della classe 2°A della scuola primaria “S. Pertini” hanno scritto e raccolto in un libretto da donare al sindaco Alberto Bellelli per testimoniargli il valore di ogni iniziativa educativa rivolta ai bambini che sono il futuro dell’umanità.

Il progetto, pensato dall’insegnante di italiano Maria Piscopiello, è stato fatto per ricostruire e far comprendere meglio ai bambini il periodo storico della resistenza che ha poi condotto alla liberazione del nostro Paese, ma si è rivelato anche l’occasione per far emergere tutte le emozioni che i bambini hanno vissuto con la pandemia, la chiusura delle scuole e dei parchi, la distanza dagli amici, le restrizioni. I bambini, guidati dalla maestra, hanno instaurato un dibattito profondo e costruttivo sui concetti di giusto/sbagliato, coraggio/paura, reclusione/libertà, azioni/conseguenze. 

Concetti delicati e complessi per i piccoli alunni che, con entusiasmo e curiosità, si sono fatti molte domande e hanno dichiarato prese di posizione chiare e precise orientate al bene comune. Hanno compreso l’importanza di chiedersi il “perché” e la responsabilità del “non dimenticare”. Il 25 aprile, per chi lo ha vissuto, ha un significato preciso: è stato il primo giorno di una libertà che non è liceità, ma responsabilità, coscienza e rispetto per la libertà collettiva. Quest’anno il 25 aprile cade alla vigilia di una data che per molte persone, dai lavoratori agli studenti, dai bambini agli anziani, vuol dire libertà di tornare a lavorare, a studiare, a muoversi. Una libertà da coltivare sempre con responsabilità nei confronti di se stessi e degli altri.

Maestra Maria cosa vorrebbe dire al Sindaco e alla collettività con questo progetto?

“Vorrei dire che la scuola c’è ancora nonostante tutto e sta dando moltissimo.

Con i mezzi a loro disposizione i bambini e i ragazzi stanno facendo del loro meglio per vivere una normalità e costruire giorno dopo giorno il loro futuro. Le loro riflessioni fatte in occasione del 25 aprile sono piene di riferimenti alla pandemia. C’è il loro sentire più profondo a cui la comunità deve prestare grande attenzione, perché i bambini e le bambine di oggi saranno gli uomini e le donne di domani”. 

Chiara Sorrentino