Spunta l’idea di un ostello a Rovereto e intanto quello di Carpi si affossa

E mentre Novi guarda avanti, Carpi resta a braccia conserte: l’edificio in cui doveva nascere l’ostello nell’ex Foro Boario, dopo aver ospitato per sette anni Aimag costretta a lasciare la propria sede a causa del sisma, oggi è la sede temporanea degli uffici dell’Anagrafe. Era il 2012 quando la gestione della struttura venne affidata al Circolo Legambiente di Carpi, Novi e Soliera e all’associazione culturale Appenappena. Aggiudicazione a cui non seguì mai la consegna. Ma nove anni dopo, e con una pandemia in corso, tali sodalizi sono ancora interessati a prendere in mano la gestione dell’Ostello? Ne hanno le forze? Forse sarebbe il caso di ripensare la destinazione d’uso di quell’edificio una volta per tutte.

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Rovereto vs Carpi, chi la spunterà? Il Comune di Novi guarda lontano e decide di investire sul cicloturismo, conscio che il nostro territorio ha grandi potenzialità da sfruttare. Basti pensare al fiume Secchia e al suggestivo sistema di canali che attraversa le nostre campagne: un reticolo di argini, carrarecce e strade bianche che potrebbe richiamare gli amanti della natura e delle due ruote. E per dare gambe a questa idea, l’Amministrazione novese ha deciso di realizzare un ostello per cicloturisti a Rovereto che verrà a breve presentato alla cittadinanza.

“L’idea – spiega l’assessore all’Ambiente Susanna Bacchelli – potrebbe essere quella di utilizzare l’edificio ex-Arci in via IV Novembre. I fondi post sisma ci stanno dando l’opportunità di recuperare tanti edifici e ci impongono di essere creativi, di pensare a nuovi utilizzi e non solo al recupero di quelli che c’erano prima. Per tali motivi riteniamo interessante questa possibilità. Per la vicinanza al Secchia, quale importante ciclovia di transito e per promuovere l’economia locale, attraverso strategie a basso impatto ambientale. La struttura che immaginiamo sarà completamente automatizzata, senza bisogno di personale presente in loco e gestibile, dal punto di vista dell’accesso, tramite telefonino. Tale edificio, che presenta diverse stanze di modeste dimensioni, dalle prime analisi tecniche si presterebbe molto bene a tale nuovo utilizzo. Altra suggestione correlata a questo possibile intervento, è quella di dedicare metà del cortile della struttura a un parcheggio biciclette. Questo per consentire, ai ragazzi che frequenteranno le scuole vicine e a quelli che prendono la corriera, di lasciare il proprio mezzo all’interno di un luogo attrezzato e sicuro; riducendo l’utilizzo dell’auto e migliorando la qualità dell’aria. Tali progetti, al momento, sono ancora soltanto abbozzati ma ci stiamo confrontando con altri comuni che hanno tali strutture, per acquisire tutte le informazioni necessarie per poterne ragionare con cittadini e associazioni”.

E mentre Novi guarda avanti, Carpi resta a braccia conserte: l’edificio in cui doveva nascere l’ostello nell’ex Foro Boario, dopo aver ospitato per sette anni Aimag costretta a lasciare la propria sede storica a causa del sisma, oggi è la sede temporanea degli uffici dell’Anagrafe affinché i protocolli anti Covid vengano rispettati. Utilissimo come struttura tampone in caso di emergenza, l’edificio diventerà mai un ostello? 

Era il 2012 quando, a giugno, la gestione della struttura venne affidata al Circolo Legambiente di Carpi, Novi e Soliera e all’associazione culturale Appenappena. Aggiudicazione a cui non seguì mai la consegna.

Ma nove anni dopo, e con una pandemia in corso, tali sodalizi sono ancora interessati a prendere in mano la gestione dell’Ostello? Ne hanno le forze? “Noi non abbiamo mai rifiutato l’assegnazione – spiega Maddalena Caliumi, presidente dell’associazione AppenAppena – ma nel corso dei vari incontri intercorsi con l’Amministrazione abbiamo ribadito più volte come un progetto risalente ai primi anni Duemila oggi non sia più realizzabile. E’ necessario ripensare quel luogo con una nuova progettazione: abbiamo vagliato più ipotesi e noi abbiamo ribadito la nostra disponibilità a fronte di un progetto concreto e fattibile ma al momento è tutto fermo”. L’ostello infatti, costato 1 milione e 300mila euro, è nato già vecchio coi suoi 25 posti su due camerate, una per gli uomini e una per le donne, e docce completamente aperte! Una concezione obsoleta e che oggi, complice la pandemia, appare a dir poco impensabile! Criticità a cui occorre sopperire mettendo mano al portafoglio ma a quello di chi? Il mondo dell’associazionismo è in ginocchio, la Fondazione Crc investe sempre più su progetti propri – vedi Parco Santa Croce, Palazzetto dello Sport e Polo di alta formazione – e per il Comune l’Ostello non è certo tra le priorità. “Noi siamo in attesa che la cordata ci presenti un progetto relativo al nuovo arredo per poterlo approvare e poi procedere”, spiega l’assessore Marco Truzzi. Un rimpallo che rischia di rendere la partita dell’ostello una storia pressoché infinita. Forse, nove anni dopo, sarebbe il caso di ripensare la destinazione d’uso di quell’edificio una volta per tutte.

Jessica Bianchi