Nati all’inizio del 2019, i Sada sono formati da giovani musicisti di Carpi e dintorni: il frontman e cantante Stefano Amoruso di 27 anni, Stefano Fiorentino di 26 anni alla batteria, Luca Lugli di 24 anni alla chitarra e il più giovane del gruppo, Dario Simonazzi di 20 al basso.
Da cosa deriva la scelta del nome?
“Non è stato facile trovarlo. Volevamo una parola che non avesse un significato in italiano in modo da poterne creare uno nostro che ci rappresentasse appieno”.
Che genere di musica suonate?
“Se dovessimo categorizzare il nostro genere, potremmo definirlo come un Pop Rock Alternative cantato in italiano, anche se ci piace sperimentare e portare all’interno di questa macro-categoria tante influenze, soprattutto internazionali”.
Chi scrive i pezzi e chi li arrangia? Di cosa parlano i vostri brani?
“Sicuramente la leadership nella scrittura dei testi possiamo attribuirla a Dario, anche se comunque le idee vengono vagliate e lavorate da tutti, così come le scelte musicali e gli arrangiamenti. Tutto questo anche grazie alla collaborazione con i ragazzi del TakeAwayStudios di Modena che vogliamo ringraziare.
I nostri pezzi parlano di emozioni dei nostri tempi. Ogni brano è diverso, ma tutti hanno l’intenzione di arrivare dritti al cuore delle persone. Saremmo contenti se anche un solo ascoltatore pensasse: Caspita, è proprio quello che provo in questo momento. Abbiamo lavorato tanto, stiamo lavorando tanto e continueremo a lavorare in questa direzione”.
Avete già pubblicato un album?
“Abbiamo pubblicato quattro singoli. Non è da me è stato il primo, subito dopo è uscita Rosa Nera con la quale siamo arrivati in finale ad AreaSanremo 2019. Successivamente abbiamo avuto la fortuna di incontrare la nostra etichetta e il nostro management tramite i quali abbiamo pubblicato Fumo a ottobre 2020 e Chopin Chapeau il 4 aprile 2021, il quale avrà anche distribuzione Sony Music”.
Vi state esibendo in streaming?
“Se per esibizione si intende quella dal vivo in streaming, purtroppo ancora no, ma lavoriamo sempre a nuovo materiale audio-video da pubblicare sui social, oltre che a promuovere la nuova uscita Chopin Chapeau.
In che modo una band emergente può farsi notare in piena pandemia?
“Sicuramente rimanendo unita e lavorando sodo. Oggi i social hanno un peso non indifferente sulla credibilità di un progetto, perciò è importante lavorare bene sull’immagine e sulla qualità di ciò che si mostra. La differenza però la fanno le motivazioni, le ragioni per cui si inizia un percorso come questo e gli obiettivi. Se si hanno determinazione, una direzione e delle intenzioni chiare da qualche parte si arriva. Il successo non è un punto di arrivo ma un percorso”.
Sogni e progetti per il futuro?
“I progetti sono tanti e per ora sono tutti in fase di lavorazione. Non vediamo l’ora di far uscire gli altri brani che abbiamo nel cassetto. Per quanto riguarda i sogni, ora come ora vorremmo tanto poter tornare a esibirci di fronte alle persone”.
Chiara Sorrentino