Si avvicina a grandi passi in città l’adozione di un Piano Urbano del Verde e di un Regolamento del Verde Pubblico-Privato. Un documento atteso da tempo, che dovrà passare al vaglio del Consiglio Comunale, per “poter avviare un percorso di pianificazione strategica del verde urbano, e di regolamentazione pubblica e privata”, spiega l’assessore all’Urbanistica e all’Ambiente Riccardo Righi.
Fondamentale per la stesura del Piano Urbano del Verde – che conterrà “linee di indirizzo e norme tecniche di attuazione, con priorità al requisito di mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici”, sottolinea Righi – è la fotografia emersa dai due censimenti giunti ormai agli sgoccioli. “Il primo, partito nel dicembre scorso, è stato effettuato grazie all’utilizzo di droni che hanno mappato dall’alto il verde del territorio carpigiano, frazioni comprese, – prosegue l’assessore – consentendoci di geolocalizzare tutte le alberature. Una mappatura che sarà utile in vista dell’avvio del nuovo strumento urbanistico (PUG), per ridefinire spazi non ancora urbanizzati e regolamentare in modo oculato interventi di carattere edilizio e urbanistico, anche attraverso un ridimensionamento degli indici edificatori. Parallelamente è stato condotto un secondo censimento sui viali cittadini per conoscere lo stato in cui versa il patrimonio arboreo che vi insiste e capire se – e dove – vi siano criticità su cui intervenire”.
Il patrimonio arboreo stimato nel nostro territorio, tra pubblico e privato, gli fa eco l’assessore al Verde, Andrea Artioli, “è di 150mila piante ornamentali. Alberi, non arbusti. Stiamo parlando di oltre 2 piante pro capite ma possiamo migliorare ancora. Sono circa 2 milioni e mezzo i metri quadri di verde, di cui 730mila sono occupati da aree boscate e umide: circa 30 metri quadri di verde per ciascun residente”. A giorni, prosegue Artioli, “la ditta incaricata del censimento redigerà una relazione completa grazie alla quale potremo pianificare meglio ogni investimento sul fronte del verde, dal momento che il nostro obiettivo è quello di mettere a dimora 30mila piante in tre anni, e della sua manutenzione”.
Semaforo rosso su alcuni viali alberati cittadini, “piantumati negli Anni Settanta e Ottanta in modo inappropriato. In molti viali, basti pensare a viale Carducci o a via Nicolò Biondo, gli alberi sono stati piantati molto vicini, senza tener conto dello sviluppo dell’apparato radicale e di quello della chioma. Due errori a cui se ne somma un altro molto grave ovvero le numerose capitozzature a cui sono stati sottoposti gli esemplari e di cui oggi vediamo le conseguenze: radici che sollevano marciapiedi e invadono utenze e la crescita sproporzionata e potenzialmente pericolosa di alcuni rami. Anni di potature sbagliate a cavallo degli Anni ’80 ci inducono ancora oggi a intervenire con frequenza per evitare che rami e tronchi si abbattano sulle strade, compici anche i cambiamenti climatici che negli ultimi anni stanno comportando fenomeni meteorologici sempre più estremi, mettendo a rischio l’incolumità della cittadinanza”. I viali alberati che sopravvivono in città sono un patrimonio da custodire, offrono uno skyline suggestivo, basti pensare al fascino delle chiome intrecciate dei bagolari di via Focherini, garantiscono ombra e frescura durante l’estate, creano collegamenti tra gli ecosistemi e molte specie animali vi trovano rifugio, nutrimento e un habitat naturale. L’auspicio dunque – in attesa di un regolamento che metta finalmente nero su bianco delle regole precise per intervenire sul verde, sia questo pubblico o privato – è che la parola d’ordine sia manutenzione e non abbattimenti.
Jessica Bianchi