La contraddizione è di quelle che manda in bestia i genitori. Da oggi sono riprese le lezioni in presenza per i bimbi fino alla prima media, mentre per tutti gli altri si continua con la DAD. Pur non potendo andare a scuola, secondo le disposizioni dell’ultimo dpcm i ragazzi possono però tornare a fare sport al pomeriggio se appartengono al settore giovanile di una società e la loro attività sportiva è finalizzata a “eventi e competizioni riconosciuti di preminente interesse nazionale”.
Il Coni, che avrebbe potuto stabilire regole uniformi per l’intero territorio e per tutte le discipline, ha lasciato carta bianca alle singole Federazioni che hanno disciplinato in modo estremamente differente: più rigoroso il calcio, per esempio, che ha limitato l’attività ai soli tesserati coinvolti in campionati professionistici, meno la pallavolo che ha contemplato tra le manifestazioni di interesse nazionale anche competizioni a livello locale, consentendo l’attività ai propri giovani tesserati. Anche a Carpi il risultato è che i ragazzi che giocano a calcio sono fermi mentre i loro coetanei che giocano a pallavolo si allenano.
Non solo allenamenti individuali ma a contatto con i compagni di squadra. E ogni federazione decide le proprie regole per garantire la sicurezza sanitaria dei propri tesserati. C’è chi ha stabilito un tampone settimanale prima di ogni allenamento e chi si fa bastare un’autocertificazione con un tampone rapido una volta al mese. Eppure lo vediamo negli sport professionistici, nonostante gli stringenti controlli non si fermano i contagi.
http://www.sport.governo.it/it/emergenza-covid-19/faq/
“Cosa si intende per eventi e competizioni riconosciuti di preminente interesse nazionale”.
Il link al sito del CONI (https://www.coni.it/it/speciale-covid-19) dove è approfondita la materia delle attività sportive di interesse nazionale, riportando l’elenco degli eventi e delle competizioni riconosciuti di interesse nazionale: