Contro le demenze, scendono in campo i terapisti occupazionali

Alle tre terapiste occupazionali che si occuperanno del Distretto di Carpi, Serena Lupi, Elena Muratori e Simona Mastrogiovanni, il compito di intervenire sulle patologie croniche e sul carico sofferto dalle famiglie, con l’obiettivo di fornire strumenti utili alle persone, di farle uscire dall’isolamento con lo scopo di sostenere sempre di più il caregiver e ridurre la pressione sia sui ricoveri in ospedale che sulla richiesta di istituzionalizzazione.

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Da sinistra Vanda Menon, Elena Muratori, Serena Lupi, Simona Mastrogiovanni e Giusta Greco

Sono 2.264 le persone affette da demenza in carico al Centro Disturbi Cognitivi e Demenze del Distretto di Carpi (al 31 dicembre 2020). Numeri importanti, intrecciati a doppio filo col progressivo e inarrestabile invecchiamento della popolazione, e destinati a crescere del 10 – 15% all’anno. Nella nostra provincia sono 11.759 i casi di demenza, con un’incidenza di 2.928 nuovi casi: l’8% della popolazione over 65 è colpita e il tasso aumenta col crescere dell’età. Più si invecchia maggiore è la possibilità di sviluppare una forma di demenza. Sono circa un centinaio le diverse patologie di natura degenerativa, traumatica o vascolare che possono provocare problemi cognitivi e di queste la malattia di Alzheimer è certamente la forma più diffusa. E se il degrado del nostro cervello va a braccetto con la vecchiaia, non stupisce che l’Organizzazione Mondiale della Sanità e l’Alzheimer Disease International definiscano la demenza una priorità mondiale di salute pubblica: la stima dei costi a livello planetario è di oltre 500 miliardi di euro all’anno e rappresenta una continua sfida per i sistemi sanitari. 

Sfida che l’Ausl di Modena ha deciso di affrontare aggiungendo un ulteriore tassello alla filiera dell’assistenza delle persone affette da demenza. A scendere in campo sono ora i terapisti occupazionali che lavoreranno presso i Centri Disturbi Cognitivi e Demenze della provincia. In particolare, i 15 professionisti neo assunti interverranno direttamente a casa dei pazienti dove, oltre a definire un programma di assistenza, si relazioneranno anche con i caregiver. 

“Il Centro Disturbi Cognitivi e Demenze del Distretto di Carpi – spiega la dottoressa Vanda Menon, responsabile geriatrico del Centro, nonché referente delle terapiste occupazionali – è una grande famiglia composta di tante braccia. Sono numerosi i professionisti che collaborano insieme per la gestione e la cura delle persone affette da demenza e le loro famiglie. Le competenze di geriatri, psicologici, infermieri e ora delle tre terapiste occupazionali fanno sì che l’approccio a questa patologia sia multidisciplinare e integrato, teso alla costruzione di percorsi ad hoc per ciascuno. Una presa in carico che parte dal domicilio e si allarga al Centro Diurno De Amicis, specializzato nell’assistenza delle persone con demenza e disturbi del comportamento, e ora col perdurare della pandemia agli Osco (Ospedali di Comunità) di Novi e Soliera allestiti in aree separate delle case residenza Cortenova e Focherini – Marchesi. Un’azione capillare in cui crediamo molto”.

Alle terapiste che si occuperanno del Distretto di Carpi, Serena Lupi, Elena Muratori e Simona Mastrogiovanni, il compito di intervenire sulle patologie croniche e sul carico sofferto dalle famiglie, con l’obiettivo di fornire strumenti utili ed efficienti alle persone, di farle uscire dall’isolamento con lo scopo di sostenere sempre di più il caregiver e ridurre la pressione sia sui ricoveri in ospedale che sulla richiesta di istituzionalizzazione. Alle tre giovani professioniste chiediamo:

Di cosa si occupa un terapista occupazionale?

“La terapia occupazionale – spiegano – è un intervento di tipo riabilitativo, che promuove la salute e il benessere tramite l’occupazione, con lo scopo di migliorare la qualità della vita, la partecipazione alle attività e l’autonomia nei compiti di vita quotidiana. Dopo un’attenta valutazione del caso, promuoviamo la salute e il benessere della persona con demenza attraverso una serie di attività personalizzate e legate alla storia di vita dell’anziano che hanno l’obiettivo di migliorare le capacità motorio-sensoriali, percettivo-cognitive, emotivo-relazionali e di conseguenza la sua qualità di vita. Il risultato sarà la riduzione del bisogno di assistenza e l’aumento del senso di competenza di chi accudisce quotidianamente il malato, prevenendo così l’istituzionalizzazione o il ricovero in ospedale, soprattutto per la gestione delle crisi comportamentali che mettono in difficoltà le famiglie”.

Come lavorate coi caregiver?

“Cerchiamo di offrire ai caregiver delle strategie per gestire in modo corretto i disturbi del comportamento del loro caro, che spesso possono rappresentare espressioni comportamentali conseguenti a bisogni fisici inespressi, stimoli ambientali o comunicazione/relazione inadeguata. Favorire la relazione e la giusta comunicazione è infatti fondamentale. Insieme individuiamo la via giusta, il punto di incontro tra l’esperienza del caregiver, che ben conosce il proprio genitore o il proprio partner, e le nostre competenze professionali per migliorare la qualità di vita dell’intero nucleo famigliare. Non dimentichiamo infatti che la demenza è una malattia che colpisce l’intera famiglia e proprio per questo le nostre prime sedute consistono nell’ascolto attivo ed empatico delle storie, dei bisogni e delle aspettative di tutti loro. I caregiver spesso si sostituiscono totalmente ai loro famigliari, che non riconoscono più a causa della malattia, facendosi carico di ogni incombenza. Un onere gravoso che, a lungo andare, li logora fisicamente e psicologicamente: a seconda dell’evoluzione della patologia però, il malato può essere coinvolto nelle attività quotidiane, sfruttando le sue capacità residue e alleggerendo così il carico di cura del caregiver. Di fronte a una diagnosi di demenza non tutto è perduto, con le giuste strategie la vita di tutti può migliorare”.

Come vengono selezionate le famiglie? 

Al momento le famiglie saranno selezionate (oppure ci verranno segnalate) dai geriatri del Centro Disturbi Cognitivi e Demenze del distretto di Carpi, che ne valuteranno l’idoneità e daranno indicazioni sul percorso da seguire, in base a un protocollo con precisi criteri di inclusione”.

Quanto è importante prendersi cura di questi pazienti tra le mura domestiche?

“E’ fondamentale poiché ogni cambiamento può contribuire ad acuire i disturbi comportamentali oltre a generare un senso di confusione e spaesamento dal momento che non riconoscono più l’ambiente fisico e sociale che li circonda. Ecco perchè uno dei nostri obiettivi primari è proprio quello di ritardare l’istituzionalizzazione e di lasciare quindi l’anziano al proprio domicilio quanto più possibile. Noi siamo occhi e sentinelle, una volta conosciute le famiglie siamo in grado di individuare i bisogni nascenti e qualora ve ne fosse la necessità, attiviamo, in accordo con la coordinatrice infermieristica Giusta Greco e col geriatra, ulteriori interventi di tipo infermieristico (che saranno definiti in seguito a un accurato triage telefonico da parte delle infermiere del Centro) o di inserimento per qualche ora in un centro diurno o di socializzazione, tesi a sollevare il caregiver e rimandare così l’eventuale trasferimento dell’anziano in una struttura”.

Quanto è importante il lavoro di gruppo e un approccio multidisciplinare nell’assistenza ai pazienti con demenza?

“Da soli non si fa nulla. Il lavoro di squadra è fondamentale per tarare ogni intervento nel giusto modo creando per così dire un abito su misura per ciascuno. Ogni paziente è differente, la demenza è degenerativa e durante la sua evoluzione richiede interventi per i quali occorrono competenze specifiche e diversificate”.

Siete molto green, su Carpi vi sposterete in bicicletta…

“Sì è vero – sorridono – Carpi è una città a misura di due ruote e per comodità, ora che il meteo lo permette, abbiamo scelto di muoverci in modo sostenibile”.

Oltre al domicilio vi occupate anche degli anziani del Centro diurno De Amicis e di quelli Covid positivi dei due Osco di Soliera e Novi: lì in cosa consiste il vostro intervento?

“Al Centro diurno lavoriamo soprattutto sulla gestione dei disturbi del comportamento attraverso la proposta di attività significative e dunque preparate ad hoc per ogni anziano.

Con gli ospiti Covid positivi degli Osco autonomi nell’attività quotidiana interveniamo per migliorare la loro qualità del tempo, mentre su quelli che sono stati a lungo allettati lavoriamo affinché recuperino il miglior livello di autonomia possibile per il rientro a domicilio”.

L’Ausl di Modena ha assunto 15 terapisti occupazionali per tutta la provincia. Una gocciolina nel mare in considerazione della crescita esponenziale delle demenze…

“Il nostro obiettivo – concludono Serena Lupi, Elena Muratori e Simona Mastrogiovanni – è dimostrare all’Azienda quanto possa essere utile e strategica la nostra figura professionale con l’auspicio che dopo questa prima fase di sperimentazione il nostro numero venga ulteriormente rafforzato”.

Jessica Bianchi

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