La demenza è in crescente aumento nella popolazione generale ed è stata definita, secondo il rapporto dell’Organizzazione Mondiale della Sanità e dall’Alzheimer Disease International, una priorità mondiale di salute pubblica: nel 2010 oltre 35 milioni di persone risultavano affette da demenza con stima di aumento del doppio nel 2030, del triplo nel 2050, con 7,7 milioni di nuovi casi all’anno (1 ogni 4 secondi) e con una sopravvivenza media, dopo la diagnosi, di 4-8-anni. La stima dei costi a livello mondiale è di oltre 500 miliardi di euro all’anno e rappresenta una continua sfida per i sistemi sanitari. Il maggiore fattore di rischio associato all’insorgere di questa patologia è l’età. L’epidemiologia della demenza in Provincia di Modena mostra una prevalenza di 11.759 casi e una incidenza di 2.928 nuovi casi, più frequenti nel sesso femminile e nelle fasce di età più avanzate.
Si rafforza la presa in carico delle persone con demenza, specialmente ora in cui il senso di isolamento si fa più forte a causa del Covid. L’Ausl di Modena è tra le aziende capofila in Italia di una nuova forma di assistenza a domicilio: va in questo senso l’assunzione di 15 terapisti occupazionali che lavoreranno presso i Centri Disturbi Cognitivi e Demenze (CDCD) della provincia afferenti al Dipartimento di Cure Primarie. In particolare, i professionisti interverranno direttamente a casa dei pazienti dove, oltre a definire un programma di assistenza, si relazioneranno anche con i caregiver. Dopo un’attenta valutazione del caso, il terapista occupazionale promuoverà la salute e il benessere della persona con demenza attraverso una serie di attività personalizzate che hanno l’obiettivo di migliorare le capacità motorio-sensoriali, percettivo-cognitive, emotivo-relazionali e di conseguenza la sua qualità di vita. Il risultato sarà la riduzione del bisogno di assistenza e l’aumento del senso di competenza di chi accudisce quotidianamente il malato, prevenendo così l’istituzionalizzazione o il ricovero in ospedale, soprattutto per la gestione delle crisi comportamentali che mettono in difficoltà le famiglie. I professionisti sanitari ricorreranno a programmi, come ad esempio il COTiD – Community Occupational Therapy in Dementia o il TAP – Tailored Activity Program, che hanno dimostrato efficacia e utilità con evidenze scientifiche sperimentate per la prima volta in Italia nel contesto modenese.
“Questa figura professionale può fare la differenza nella qualità dell’assistenza erogata a domicilio per questa tipologia di pazienti anche perché supportata da evidenze scientifiche e da buone pratiche internazionali. Con una prospettiva lungimirante e orientata al futuro dell’assistenza – dichiarano Imma Cacciapuoti, Responsabile dell’Assistenza Territoriale dell’Ausl, e Andrea Fabbo, Direttore della Uoc Disturbi Cognitivi e Demenze – l’Ausl si sta adoperando per cercare di implementare questi programmi, che vanno nella direzione di intervenire sulle patologie croniche e sul carico sofferto dalle famiglie. L’obiettivo è quello di fornire strumenti utili ed efficienti alle persone, sostenerle e farle uscire dall’isolamento con lo scopo di sostenere sempre di più il caregiver e ridurre la pressione sia sui ricoveri in ospedale che sulla richiesta di istituzionalizzazione”.