“Fateci riaprire, altrimenti falliremo tutti”

Per essere belli fuori occorre essere puliti dentro: non alimentare il lavoro nero. E’ stato questo lo slogan della manifestazione organizzata stamattina da Cna Modena davanti al Municipio, dove a darsi appuntamento sono stati estetisti, parrucchieri e tatuatori costretti a fare i conti non solo con le chiusure delle proprie attività ma anche con il dilagante fenomeno dell’abusivismo.

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Per essere belli fuori occorre essere puliti dentro: non alimentare il lavoro nero. E’ stato questo lo slogan della manifestazione organizzata stamattina da Cna Modena davanti al Municipio, dove a darsi appuntamento sono stati estetisti, parrucchieri e tatuatori costretti a fare i conti non solo con le chiusure delle proprie attività ma anche con il dilagante fenomeno dell’abusivismo. A serpeggiare, palpabili, sono rabbia, delusione e frustrazione: “siamo scesi in Piazza, insieme e uniti, perchè nessuno ci dà una mano. Nessuno sta ascoltando la nostra voce. Ma come possiamo andare avanti, pagare le rate del mutuo o dell’affitto, le bollette… se non ci lasciano lavorare? Noi se non lavoriamo, non mangiamo! Abbiamo speso denaro e fatto sacrifici per mettere in sicurezza i nostri saloni – spiega una parrucchiera – e ora ci hanno costretti a chiudere. Dove sono finiti i nostri diritti? Non chiediamo altro se non di poter riaprire. Si devono vergognare tutti quelli che hanno comode poltrone da difendere, noi dobbiamo prenderci cura dei nostri figli, accudire i nostri anziani… abbiamo bisogno di aiuto, ora più che mai”.

Le storie sono simili e le parole si ripetono: “questo momento di crisi – le fa eco una collega – si è abbattuto su di noi senza un reale motivo. Nell’ultimo anno abbiamo adottato tutte le precauzioni previste, seguendo ogni protocollo alla lettera e anche di più. Le nostre sono attività alla persona essenziali, perchè ci hanno chiuso? E’ necessario che il Governo ci faccia riaprire e al più presto, altrimenti falliremo tutti. Io ho sputato sangue per avviare il mio negozio, ho una bimba piccola da mantenere e dipendenti da pagare. Io non ci sto: dobbiamo ricominciare a lavorare”.

E mentre questi professionisti sono costretti a restare a guardare le proprie attività precipitare nel baratro vi è chi, nell’ultimo anno, sta facendo affari d’oro: “il fenomeno dell’abusivismo – aggiunge un’estetista – è una storia vecchia ma nessuno ha mai fatto nulla per contrastarlo davvero. Dov’erano i controlli anche prima del Covid? I nostri centri sono sicuri, puliti… perchè penalizzarci così? Le clienti hanno bisogno di essere coccolate, massaggiate da mani esperte e in spazi protetti. Abbiamo fatto tutto ciò che ci è stato richiesto e questa è la ricompensa?”.

“Fanno lavorare gli abusivi e lasciano noi a casa. Siamo al paradosso: loro si arricchiscono e noi rischiamo la bancarotta. Nei nostri centri – prosegue un parrucchiere – non si sono mai accesi focolai e allora perchè siamo chiusi da un mese e senza alcuna misura di sostegno? I ristori sono una presa in giro”.

Trai manifestanti ci sono anche i tatuatori, il cui appello risuona forte e chiaro: “farsi tatuare in casa è pericolosissimo per la salute. Noi vogliamo svolgere il nostro lavoro in studio, in sicurezza, per il bene di tutti”.

Presenti alla manifestazione anche il sindaco Alberto Bellelli e il suo vice Stefania Gasparini: dopo aver ascoltato le istanze dei professionisti si sono detti pronti “a scendere a Roma al loro fianco o a firmare una mozione” ma l’Ente Locale ha le mani legate. “Abbiamo messo in atto quanto potevamo sul fronte della defiscalizzazione ma come amministratori locali non abbiamo altri strumenti a disposizione né, tantomeno, abbiamo il potere di andare contro quanto stabilito dal Governo”, ha sottolineato il primo cittadino. 

Jessica Bianchi

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