Dopo aver viaggiato tra Europa e Stati Uniti, Luca Ferrarini, data scientist ed engineer 42enne di origine carpigiana, ha deciso di mettere radici nell’isola di Cipro, per la precisione nella capitale Nicosia, insieme alla moglie cipriota e alle loro due figlie.
“Ho conosciuto mia moglie in Olanda. Lei frequentava un master in legge mentre io stavo facendo un dottorato incentrato sull’elaborazione e interpretazione delle immagini mediche con l’ausilio dell’intelligenza artificiale”.
Nel 2010 abbiamo deciso di trasferirci in Italia, prima a Milano, per poi spostarci a Carpi nel 2013, in concomitanza con la nascita della nostra prima figlia”.
Perché avete deciso di trasferirvi a Cipro?
“Mia moglie aveva un contratto come consulente legale per un’azienda farmaceutica toscana e per un anno e mezzo circa abbiamo vissuto da pendolari tra le due regioni. Quando nel 2016 è nata la nostra seconda figlia, abbiamo deciso di provare a trovare un equilibrio a Cipro, dove lei aveva indubbiamente più opportunità di trovare un lavoro stabile inerente ai suoi studi. Ci siamo messi alla ricerca di un lavoro sull’isola e, nel giro di pochi mesi, entrambi abbiamo ricevuto offerte interessanti. Nell’estate del 2017 ci siamo quindi trasferiti”.
Cosa le piace di più della sua nuova vita a Cipro e cosa le manca invece dell’Italia?
“La vita a Cipro è, in primo luogo, molto tranquilla e sicura. I ritmi lavorativi sono più rilassati rispetto all’Italia e mi permettono di spendere molto tempo di qualità con la mia famiglia. Abbiamo il mare e le montagne a meno di un’ora di macchina e da marzo a novembre trascorriamo la maggior parte dei fine settimana in spiaggia. Il mare di Cipro è davvero stupendo, specialmente nella parte Est dell’isola, e il clima è mite e salutare. Anche qui ci sono problemi legati alla burocrazia proprio come in Italia, ma le dimensioni ridotte, sia dal punto di vista geografico che dal punto di vista della popolazione, permettono una gestione più semplice della società. Vedo la mia famiglia felice e ciò mi gratifica. Ovviamente anche in Italia vivevamo bene. Forse l’unica difficoltà era l’aspetto lavorativo, soprattutto per mia moglie.
Dell’Italia mi mancano ovviamente la mia famiglia e gli amici (ma fortunatamente la distanza è facilmente colmabile), e anche la straordinaria varietà artistica e culturale”.
Sul fronte della pandemia com’è la situazione a Cipro?
“Abbiamo superato la prima ondata con un bilancio di casi e di morti piuttosto basso se confrontato col resto del mondo e una chiusura totale di circa due mesi. Le nostre aziende ci hanno permesso sin da subito di lavorare da casa e siamo riusciti a gestire, seppur con molta fatica come tutti, le nostre figlie che erano a casa da scuola. Il Governo aveva istituito un sistema basato su sms per ricevere l’autorizzazione a uscire di casa un paio di volte al giorno: ha funzionato bene. La seconda ondata è stata diversa. I numeri sono saliti, sino ad avere anche 200/300 nuovi contagi al giorno e 4/5 decessi giornalieri. Mi rendo conto che non sono numeri paragonabili a quelli dell’Italia, ma occorre tener conto che parliamo di 1 milione di abitanti a Cipro contro i 60 dell’Italia. Siamo partiti anche qui con i vaccini, come in tutto il resto d’Europa. Siamo agli inizi ma spero che, dovendo vaccinare un numero limitato di persone, si possa raggiungere una buona copertura in tempi ragionevoli”.
Quando sarà finita la pandemia pensate di restare a Cipro o vorreste tornare in Italia?
“La nostra vita adesso è a Cipro. Non amo mai mettere dei vincoli perché non credo di poter sapere davvero cosa accadrà in un futuro lontano ma per ora stiamo bene qui. Ritengo che Cipro sia un buon Paese in cui far crescere le nostre figlie”.
Chiara Sorrentino