Pandemia, mamme che resistono alla ricerca di incastri perfetti

Lasciate sole a barcamenarsi tra impegni di lavoro e figli. I diritti dei bambini, isolati dai coetanei, e delle donne costrette a rimanere a casa, ancora una volte messi in ultimo piano. Tre mamme raccontano le difficoltà e le preoccupazioni legate alla chiusura delle scuole.

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Francesca Rocca con Angelica e Penelope

La pandemia dura da un anno e i bambini e gli adolescenti sono stati l’ultima delle priorità. Lasciati davanti a degli schermi per ore chiusi tra quattro mura, con un genitore a fianco a fare lavoro agile. E questo genitore di solito è la madre che si deve barcamenare tra telefonate, e-mail, riunioni e la Dad dei figli sempre più annichiliti da restrizioni che di fatto violano i loro diritti: all’istruzione, alla socialità, alla vita all’aria aperta. Stress, preoccupazione, frustrazione sono solo alcuni dei sentimenti che attanagliano le madri perché, ancora una volta, sono loro a dover rimanere a casa.

Paola Mocati con Cecilia

Paola Mocati, mamma di Cecilia di 5 anni: “io faccio l’artigiana e lavorare da casa mi è impossibile, ma essendo libera professionista non ho tutele e non posso permettermi di stare ferma. Al contempo, però, non mi sogno neanche di trascurare mia figlia e le sue esigenze. 

L’unica fortuna è che mio marito è un turnista e lavora dalle 14 alle 22 e io, per riuscire a dedicarmi completamente a mia figlia nel pomeriggio, inizio a lavorare alle 6 di mattina. Parlando con tante mamme lavoratrici credo che siamo quelle più penalizzate. La seconda categoria più penalizzata è proprio quella dei bambini e degli adolescenti, e ciò mi rattrista molto perché loro sono il nostro futuro. Non parlo solo di scuola e di istruzione, ma anche del loro diritto a essere quello che sono: non adulti, non autonomi, e con necessità specifiche: crescere sani nell’anima e nel corpo, con relazioni e stimoli, luce e spazio”. 

Francesca Rossetti, mamma di Anna Claudia di 6 anni e Bianca di 9 mesi, lavora invece come impiegata e la sua azienda le ha dato fin da subito l’opportunità di lavorare da casa, ma non è semplice con una figlia che ha da poco iniziato la scuola primaria e un’altra che non ha ancora imparato a camminare. “Da quando hanno chiuso scuole e asili ci siamo organizzati così: io e Anna Claudia trascorriamo la mattinata fianco a fianco, ognuna davanti al suo pc, mentre mio marito porta la piccola dalla nonna prima di andare a lavorare dove resta fino a sera essendo un autoriparatore. E’ molto duro sia a livello fisico che psicologico. Da un lato dobbiamo continuare a essere performanti sul lavoro, dall’altro dobbiamo prestare attenzione ai nostri figli. Mi capita spesso di dovermi interrompere perché Anna Claudia magari ha bisogno di assistenza con il computer per l’audio, la connessione o altro. Poi, alle 15 finisco di lavorare, vado a prendere la piccola dalla nonna e torniamo tutte a casa, ma non è finita qui perché c’è da aiutare Anna Claudia con i compiti e, al contempo, occuparsi di Bianca. Non vediamo l’ora che le scuole riaprono, in primis per il benessere dei bambini e poi, ovviamente anche per la salute di noi mamme”.

Bianca e Anna Claudia, le bimbe di Francesca Rossetti

Francesca Roccamatisi, mamma di Angelica di 11 anni e Penelope di 5 anni, è impiegata presso un’azienda della grande distribuzione ma attualmente usufruisce del permesso 104 per assistere la figlia Angelica: “la nostra esperienza con la Dad sicuramente non è positiva. Angelica, 11 anni, ha una epilessia abbastanza grave e la sua situazione neurologica è aggravata dal troppo tempo che trascorre davanti allo schermo. Dopo quasi due settimane ne sta risentendo molto: lamenta mal di testa e nausea. Ovviamente devo starle dietro, dirle quando connettersi, aiutarla con il PC perché non è in grado di usarlo come tutti gli altri, per non parlare poi dei compiti che deve fare: anche lì necessita di aiuto, anche se per fortuna ha dei professori di sostegno che anche a distanza la aiutano molto. In ogni caso necessita sempre di qualcuno vicino. Questo toglie tempo a Penelope, 5 anni, che giustamente richiede attenzioni, si annoia a stare in casa tutto il giorno nonostante abbia tanti giochi e amici pelosi. Anche lei soffre per la situazione: ha voglia di vedere i suoi compagni e le sue tate. Io ci provo a proporle dei lavoretti da fare insieme intanto che Angelica fa lezione, ma dopo pochissimo tempo perde entusiasmo e smette. In tutto questo ci sono anche io.  Ogni giorno diventa sempre più difficile e pensate, e inizio a temere per la mia salute mentale.Ho un marito che aiuta moltissimo in casa ma comunque lavora. Non so quanto a lungo potremo resistere in questo modo. Spero vivamente che si restituisca la scuola ai bambini”.

Chiara Sorrentino

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