Quando siamo chiusi non possiamo difenderci

Contrastare questo fenomeno è importante perché questa attività rischia di causare ulteriori contagi e alimentare la pandemia. Chiediamo alle istituzioni di fare uno sforzo straordinario di controllo e repressione: ne va della salute di tutti noi e della sopravvivenza di tante imprese regolari che si sono sobbarcate enormi spese aggiuntive per garantire la sicurezza ai propri clienti” è l’appello di Gianni Bassoli

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Gianni Bassoli

“Il nostro problema è il lavoro nero, anche prima della pandemia. Con la chiusura forzata dei nostri negozi il fenomeno si accentua”. A parlare è Gianni Bassoli,  conosciutissimo in città perché socio dello storico negozio di parrucchiere Cap Centre di via 3  Febbraio e Vice Presidente del Benessere di Cna Modena. La chiusura di parrucchieri ed estetisti potrebbe alimentare il mercato della messa in piega abusiva e aggravare la situazione di imprese già in ginocchio a causa della crisi.

“Le persone che sentono il bisogno di farsi i capelli o le unghie chiamano in casa abusivi senza alcuna forma di sicurezza: mestieranti che si improvvisano dopo aver frequentato un corso, ex dipendenti, o professionisti del settore che continuano a lavorare dopo essere andati in pensione. Contrastare questo fenomeno è importante perché questa attività rischia di causare ulteriori contagi e alimentare la pandemia. Chiediamo alle istituzioni di fare uno sforzo straordinario di controllo e repressione: ne va della salute di tutti noi e della sopravvivenza di tante imprese regolari che si sono sobbarcate enormi spese aggiuntive per garantire la sicurezza ai propri clienti” è l’appello di Bassoli.

“Capisco che la gente voglia spendere sempre meno ma noi abbiamo prezzi adeguati alle spese che sosteniamo, al contrario degli abusivi che non hanno costi di luce, gas, prodotti, affitto, tasse.  Nei momenti in cui siamo aperti non abbiamo paura perché possiamo contare sulla nostra professionalità; abbiamo paura quando ci chiudono e non abbiamo nessuna possibilità di contrastare l’abusivismo”.