“Sono più di 500 le persone ricoverate a causa del Covid in ambito ospedaliero provinciale, di cui 312 tra Policlinico e Baggiovara, e sono circa 90 i pazienti in Terapia intensiva e subintensiva. La curva dei contagi è in netta ascesa in quanto registriamo circa 440 nuovi positivi ogni 100mila abitanti e dunque la situazione che stiamo vivendo è di grande difficoltà”, spiega Claudio Vagnini, direttore generale dell’azienda ospedaliero-Universitaria di Modena.
Dura la stoccata lanciata dal direttore alle istituzioni: “se non verranno adottati provvedimenti importanti e decisi ci trascineremo questa situazione ancora per mesi e mesi. Occorre andare decisi verso una chiusura, senza pensare a stupidaggini come la Pasqua. Siamo in pandemia di fronte a questa emergenza scompaiono Natale, Carnevale e Pasqua. Oggi paghiamo le conseguenze di un atteggiamento poco responsabile da parte di tutti lo scorso inverno”.
I reparti e le terapie intensive soffrono, “stiamo trasferendo pazienti a Villa Pineta a Pavullo, struttura che ha messo a disposizione 30 posti letto da dedicare a pazienti covid ordinari e abbiamo incassato anche la disponibilità a trasferirne un’altra piccola quota a Piacenza dove il trend di contagio è attualmente molto più basso rispetto al nostro territorio”, sottolinea Vagnini.
Ogni giorno la struttura ospedaliera si rimodula per accogliere i nuovi pazienti in arrivo ma sono solo dieci i posti di intensiva ancora liberi: “se il trend non si arresta, trasformeremo altre aree dei nostri due Hub ma ricordiamo che il Covid non ha cancellato le altre patologie”.
“Da 13 mesi – gli fa eco il direttore della Medicina Interna e Area critica del Policlinico, Lucio Brugioni – affrontiamo una situazione emergenziale.
Il nostro sarebbe un reparto strutturato su 37 posti letto di cui 10 monitorati, ora ne conta 78, di cui 52 per Covid positivi. I numeri dei ricoveri sono impietosi: il 30 marzo, durante la prima ondata, Policlinico e Baggiovara hanno registrato 298 ricoveri, nel picco di novembre siamo arrivati a 339, oggi in piena crescita siamo già a 317. Verosimilmente lunedì prossimo supereremo il peggior momento di novembre”.
La situazione è grave: “oggi – continua Brugioni – abbiamo 52 pazienti positivi su 52 posti letti disponibili. Ieri avevamo dimesso dieci persone ma tra stanotte e stamattina ne abbiamo ricoverati altri 10. Uno all’ora. Pazienti molto più giovani rispetto al passato, con una forte prevalenza di cinquantenni e quarantenni”.
Gli operatori sanitari sono sfiniti, prosegue Vagnini, “sosteniamoli. Stiamo facendo di tutto per il bene dei malati, anche permettendo ai famigliari di entrare nelle terapie intensive per parlare coi propri cari, compresi quelli molto gravi. Facciamo sentire la nostra vicinanza a chi si occupa della salute e che ininterrottamente ha rinunciato a ferie e riposi per il bene della collettività. Non dimentichiamo o non sottovalutiamo i loro sforzi”. La corsa per fermare la malattia è ancora lunga, ha concluso il direttore generale ma dobbiamo tenere duro, perchè “con la vaccinazione di massa” potremo uscire da questo lungo tunnel. In attesa di poterci vaccinare però, dobbiamo resistere, evitando “ogni forma di assembramento e comportamenti a rischio”.
“A differenza di un anno fa abbiamo il vaccino che piegherà la curva definitivamente come già accaduto in altri Paesi, pensiamo a Israele, la bella stagione è alle porte… Abbiamo ancora sei settimane davanti in cui dovremo resistere e fare le cose giuste affinché il contagio non si diffonda. Se le dosi arriveranno, a giugno, nel modenese, sul fronte vaccinale avremo fatto ottimi progressi”, conclude il dottor Brugioni. E, forse, potremo iniziare a sperare.
Jessica Bianchi