È stato un evento denso di storie, racconti, testimonianze, di cuori connessi tra di loro, uniti nella lotta al bullismo e al cyberbullismo.
Dalle ore 10 alle ore 12 di martedì 9 febbraio, 265.915 studenti di tutta Italia si sono collegati all’evento on-line #cuoriconnessi: il progetto voluto e realizzato dalla Polizia di Stato e da Unieuro per prevenire e contrastare il dilagare di violenze e aggressioni verbali o psicologiche dentro e fuori la rete.
A condurre la manifestazione, giunta alla quinta edizione, è stato come di consueto il giornalista e scrittore Luca Pagliari, autore del libro “#CUORICONNESSI. Cyberbullismo, bullismo e storie di vita online” che ha dato spazio a diverse testimonianze di ragazze vittime di bullismo, raccogliendo le loro storie perché, come ha detto lui: “non c’è nulla di meglio di una storia per far comprendere la realtà”.
Alessia, Camilla, Carolina sono tre ragazze accomunate da esperienze discriminatorie da parte dei loro coetanei tanto assurde quanto atroci.
Due di loro sono riuscite a superare il trauma con l’aiuto e il supporto dei loro familiari e degli psicologi, mentre il dolore è stato troppo forte per Carolina Picchio che è morta suicida a 14 anni.
Carolina è solo una delle tante vittime di bullismo e il loro ricordo deve rimanere vivo per evitare che si ripetano in futuro altre tragedie.
“Il male inizia sempre in maniera banale”- ha fatto riflettere Pagliari- “e si nutre di ignoranza e superficialità. Occorre sempre pensare a quello che si posta e si condivide in rete, alle parole che si usano, e anche a quello che dicono e fanno gli altri”.
“Io non sento i giudizi, li vivo, divento io stessa quello che gli altri dicono”: sono state le parole toccanti di una delle vittime di revenge porn, una piaga sociale che affligge soprattutto le ragazze.
“L’arma più potente che abbiamo contro il bullismo è l’amicizia con i compagni”- ha commentato Giovanna Bova, Capo Dipartimento per le Risorse Umane del Miur che ha poi aggiunto: “il ruolo del docente è indispensabile per riconoscere precocemente episodi di bullismo tra i ragazzi. Gli insegnanti devono riuscire a vedere quello che gli altri non vedono ed è per questo che abbiamo instaurato una collaborazione tra le forze dell’ordine e le scuole per riuscire a formare migliaia di insegnanti su questo argomento.
Un docente è in grado di fare la differenza: per un solo insegnante un ragazzo può decidere se abbandonare la scuola o tornarci”.
Durante la manifestazione sono intervenuti oltre a Giovanna Bova anche il Capo della Polizia e Direttore generale della Pubblica Sicurezza Franco Gabrielli, l’Amministratore Delegato di Unieuro Giancarlo Nicosanti e il Direttore del Servizio Polizia Postale e delle comunicazioni Nunzia Ciardi.
Pagliari ha infine passato la parola ai ragazzi che hanno posto domande alla dott.ssa Cristina Bonucchi, psicologa della Polizia di Stato: “la prima regola in caso di cyberbullismo è di non restare in silenzio. Parlate, denunciate e fatelo anche per chi non riesce a farlo. Di bullismo si muore. Non lasciate che l’odio ferisca e uccida anche una sola vita”.
Chiara Sorrentino