L’installazione di un impianto fotovoltaico acquista una nuova spinta con l’entrata in vigore dell’ecobonus previsto dal decreto Rilancio. La super detrazione del 110% e la possibilità di cessione del credito rappresentano un’opportunità che tanti stanno valutando attentamente. La “filosofia” del legislatore è chiara e condivisibile. “Il patrimonio edilizio privato italiano – spiega Riccardo Cavicchioli di Energetica di Carpi – è perlopiù datato e parecchio dispendioso dal punto di vista energetico perché ancora legato a risorse, come gas e petrolio, che l’Italia è costretta ad acquistare: l’obiettivo dell’efficientamento energetico degli immobili viene perseguito attraverso l’ecobonus che prevede detrazioni fiscali particolarmente vantaggiose (110% in 5 anni) per il contribuente nel caso in cui decida di realizzare interventi come la sostituzione della caldaia, degli infissi o la realizzazione del cappotto”.
Il decreto Rilancio ha fatto del fotovoltaico uno dei principali interventi trainati prevedendo la detrazione del 110% in cinque anni per le spese sostenute per l’installazione di questi impianti, purché congiuntamente a uno degli interventi trainanti finalizzati all’efficienza energetica. “Ciò con l’obiettivo di consentire al contribuente, attraverso la realizzazione congiunta di più interventi, di raggiungere la condizione richiesta per la super-detrazione: il miglioramento di almeno due classi energetiche dell’edificio”. L’intervento di installazione dell’impianto fotovoltaico viene dunque affiancato ad altri con lo scopo di conseguire un risparmio energetico complessivo.
Ad oggi, per il fotovoltaico, restano in vigore anche le precedenti agevolazioni che prevedevano detrazioni al 50% (bonus ristrutturazioni) e al 65% (riqualificazione energetica).
L’altra condizione particolarmente favorevole per il contribuente è la possibilità di cedere il credito d’imposta, che spetta per l’esecuzione di lavori agevolati con il Superbonus, all’impresa che ha effettuato le opere di riqualificazione o a soggetti privati, come banche e intermediari finanziari. “In realtà – spiega Cavicchioli – non tutti i player sono sullo stesso piano perché un’impresa, a differenza di una banca, potrebbe andare incontro a seri problemi di liquidità nel caso in cui le sia ceduto il credito d’imposta. L’ecobonus resta comunque un’opportunità se considerato con le dovute attenzioni e nonostante i meccanismi che lo regolano”.
E Cavicchioli fa l’esempio di chi ereditando la casa dei genitori si ritrova un immobile datato tra le mani. “Intervenire sfruttando l’ecobonus consente di valorizzare l’immobile e oggi ci sono tantissime occasioni. Il cittadino non deve avere troppe remore: chi non sfrutterà l’occasione si ritroverà tra le mani un immobile, vecchio di quarant’anni e in classe G, il cui valore è deteriorato”.