L’emergenza sanitaria legata alla pandemia da Covid-19 ha avuto numerose ripercussioni: oltre a quelle ben note sulla salute delle persone, inevitabili sono le conseguenze economiche, i cambiamenti sociali e anche le grosse difficoltà nella gestione degli animali da compagnia, soprattutto per le persone o le famiglie in quarantena o che, ancora peggio, si sono dovute recare in ospedale per curarsi dopo aver contratto l’infezione. Come è stata affrontato questo aspetto nella provincia modenese? Ne abbiamo parlato con Paola Aldini, referente Emergenza Covid della Lav di Modena.
Che cosa vi siete trovati a fronteggiare?
“Sin da inizio emergenza, la LAV ha provveduto all’apertura di un front desk nazionale per fornire informazioni e raccogliere segnalazioni inerenti la gestione degli animali sia di proprietà sia liberi. Sul sito LAV è possibile reperire informazioni, notizie, contatti e le FAQ utili a orientarsi nell’emergenza. La Lav si è poi attivata nelle varie realtà territoriali, anche mettendosi in contatto con le Istituzioni, comunicando loro la disponibilità dei propri volontari ad attuare misure a favore di famiglie in difficoltà economiche che si trovassero nella condizione di dover gestire il proprio animale durante la malattia.
Ci siamo anche attivati per degli stalli casalinghi (nel caso appunto i proprietari fossero costretti al ricovero ospedaliero) ma le richieste più numerose sono state e sono tuttora quelle di portare i cani in passeggiata, specie in questa seconda ondata. Non sempre infatti le persone hanno a disposizione un giardino in cui sia possibile per il cane uscire in maniera indipendente per farsi una corsetta e soprattutto fare i propri bisogni e non sempre si riesce a pagare, o anche solo a trovare, un dog sitter. In questa seconda ondata ci siamo trovati a gestire quasi una richiesta al giorno, con maggiore difficoltà rispetto alla scorsa primavera, perché tanti nostri volontari sono tornati al lavoro, a differenza del periodo in cui era in vigore il lockdown generale”.
Quanti volontari siete a fornire questo servizio?
“Al momento siamo in una decina di attivisti sparsi per la provincia modenese. Per questo quando ci arrivano le richieste, siamo costretti a fare una piccola selezione per aiutare chi davvero non ha alternative: chiediamo ad esempio se non abbiano parenti, amici o anche vicini di casa ai quali rivolgersi e chiedere aiuto nella gestione dell’animale”.
Come viene scelto il volontario a cui affidare la gestione di un cane?
“Ci sono delle linea guida da seguire: ad esempio viene assegnato un solo volontario per famiglia, sia per questioni di tempo che sanitarie. Noi, come LAV, veniamo contattati dalla famiglia in difficoltà (LAV Sede Nazionale: 06-4461325 oppure emergenza@lav.it LAV Sede Territoriale Modena: 320 4795021 oppure lav.modena@lav.it) oppure dall’Istituzione. Il Comune di Modena ha preso l’iniziativa di fare da filtro, attivando uno sportello dedicato agli animali da compagnia durante l’emergenza Covid, attraverso l’Ufficio diritti animali. In questo caso è l’ente a passarci le richieste che noi prendiamo in carico. Il volontario deve ovviamente avere dimestichezza con i cani e riceve dalla LAV tutte le informazioni necessarie per operare in sicurezza e in maniera affidabile”.
Le passeggiate dei cani sono l’unico fronte sul quale intervenite o vi occupate anche di altri aspetti?
“Interveniamo su più fronti, ad esempio ci occupiamo anche di assicurare il cibo agli animali che appartengono a famiglie in particolari difficoltà economiche: proprio in questi giorni stiamo effettuando numerose consegne”.
Come vengono individuate queste famiglie?
“Alcune le conosciamo da tempo, altre ci hanno contattato durante l’emergenza. Stiamo a tal fine cercando di attivare una collaborazione con l’Emporio Sociale Portobello di Modena proprio per rispondere in maniera più specifica a chi ha la necessità di essere aiutato, sia per quanto riguarda il cibo che i farmaci”.
Situazioni di particolare difficoltà nella gestione dell’emergenza?
“Purtroppo a Nonantola alla situazione critica legata alla pandemia si è andata ad aggiungere quella causata dall’alluvione dello scorso 6 dicembre che ovviamente ha ulteriormente complicato le cose. E proprio da qui ci è arrivata la richiesta di un ragazzo in quarantena che aveva bisogno di portare in passeggiata il suo cane: purtroppo però la sua casa era irraggiungibile per via delle strade impraticabili.
Siamo stati in contatto telefonico per diversi giorni poi alla fine siamo riusciti a procurargli un dog sitter di fiducia che ha preso in carico la gestione dell’animale. Purtroppo le nostre volontarie di Nonantola, in questo caso non hanno potuto attivarsi, poiché colpite esse stesse dall’alluvione”.
Federica Boccaletti