Completato l’Hub di Terapia Intensiva al Policlinico di Modena

Sono 48 i posti letto complessivi di Terapia Intensiva di Modena: 18 all’Ospedale Civile di Baggiovara e 30 al Policlinico.

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Lunedì scorso, 21 dicembre, con l’attivazione della seconda tranche di 13 posti letto al Policlinico, si è completata la dotazione di posti letto modenesi realizzati nell’ambito dell’Hub nazionale e regionale delle terapie intensive voluto per far fronte all’emergenza COVID-19. Un primo modulo da 17 posti era stato terminato il 9 dicembre. Questi 30 posti completano la dotazione di 48 posti letto complessivi di Terapia Intensiva della città capoluogo: 18 all’Ospedale Civile di Baggiovara e 30 al Policlinico di Modena. Rimangono da terminare alcune opere esterne all’edificio, che è comunque pienamente funzionante e a norma. Questo consentirà di liberare 22 posti letto nei Blocchi Operatori riportando i comparti operatori alla destinazione d’uso originaria con una positiva ricaduta sull’attività chirurgica.


Oggi, coerentemente con le esigenze di ricovero di pazienti COVID positivi, sono 225 i posti attivi Covid in degenza ordinaria e 72 tra intensiva/semintensiva, di cui rispettivamente 143 e 42 al Policlinico e 82 e 30 all’Ospedale Civile. Risultano attualmente occupati: 240 posti letto complessivi: 184 in ordinaria e 56 intensiva e semintensiva.
Stamattina le autorità accademiche di Unimore hanno visitato la struttura. Alla visita erano presenti, tra gli altri, il Sindaco di Modena e Presidente della CTSS Gian Carlo Muzzarelli, Direttore Generale dell’AOU di Modena, dottor Claudio Vagnini, il Magnifico Rettore di UNIMORE, prof. Carlo Adolfo Porro, il Presidente Eletto della Facoltà di Medicina e Chirurgia prof. Giorgio De Santis, il Direttore Generale dell’Azienda USL di Modena, dottor Antonio Brambilla, la dottoressa Angela Putignano, in rappresentanza del Direttore delle Professioni Sanitarie AOU di Modena, il Direttore della Terapia Intensiva dell’Ospedale Civile, dottoressa Elisabetta Bertellini, il Direttore della Terapia Intensiva del Policlinico, prof. Massimo Girardis, il Direttore delle Malattie dell’Apparato Respiratorio e del corso di laurea in Fisioterapia, prof. Enrico Clini, del il Direttore della Medicina Interna e Area Critica dell’Ospedale Civile dottor Giovanni Pinelli, la Presidente del Corso di laurea in Medicina e Chirurgia, prof.ssa Fausta Lui, il Direttore della scuola di Specializzazione in Anestesia e Rianimazione, prof. Alberto Barbieri e le Presidenti dei Corsi di Laurea in Infermieristica, prof.ssa Paola Ferri e prof.ssa Daniela Mecugni.
Con loro una rappresentanza di specializzandi, tra cui il dottor Emanuele Gresia e la dottoressa Arianna Pioda, specializzandi in Anestesia e Rianimazione dei dottori Emiliano Barbieri, specializzando in Ematologia e Giuseppe Esposito, specializzando in Chirurgia.
La visita è stata l’occasione per fare il punto sull’impegno dell’Ateneo, oltre che nella ricerca scientifica sul SARS-CoV-2, nella formazione di giovani medici e infermieri che hanno dato il loro forte contributo in questi mesi alla gestione della pandemia. L’incontro ha consentito anche di ragionare sulla Terapia Intensiva, come parte di un percorso terapeutico che coinvolge anche la semi-intensiva, ospitata nel MIAC dell’Ospedale Civile e nelle Malattie dell’Apparato Respiratorio del Policlinico.
“A medici, infermieri e a tutto il personale che opera nella nostra sanità – afferma il sindaco Gian Carlo Muzzarelli – non possiamo che dire grazie. Un sentimento di gratitudine sincero, ma che non potrà bastare a ripagarli dei sacrifici e dello straordinario sforzo che è stato chiesto loro in questi mesi di emergenza sanitaria. Un grazie, dunque, che viene dal cuore, ma che deve avere effetti a tutti i livelli e che per fare tesoro della consapevolezza acquisita si traduce in progetti a medio e lungo termine, già programmati dalla Conferenza Territoriale Socio-Sanitaria con investimenti importanti e costanti nella sanità pubblica, nelle strutture, nel personale e nella formazione. È quello che si sta facendo già ora a Modena anche attraverso la realizzazione dell’Hub di terapia intensiva, che è fondamentale per curare i pazienti Covid-19 e riprendere la consueta attività chirurgica nei blocchi operatori, così come per la formazione dei giovani medici e che resterà un’eccellenza anche terminata la fase pandemica”.
“Con grande soddisfazione – ha commentato il Direttore Generale dell’AOU di Modena dottor Claudio Vagnini – presentiamo oggi alle autorità accademiche la struttura terminata e funzionante. Come sottolineato più volte l’apporto dell’Ateneo è fondamentale non solo per la ricerca scientifica, in cui Modena è all’avanguardia in diversi campi, ma anche nella formazione dei giovani medici e infermieri. I nostri sono ospedali di insegnamento per le generazioni future. Durante questa pandemia, i nostri medici e infermieri in formazione hanno dato un contributo importantissimo nei reparti in una condizione difficile ma anche altamente formativa”. In questi mesi il personale degli ospedali è stato potenziato con 498 assunzioni del comparto (personale infermieristico) e 69 medici, utilizzando oltre che i canali già disponibili, tutte le diverse forme di reclutamento, anche straordinarie, previste dai decreti del Governo. “Siamo impegnati al massimo a reperire il personale necessario per il funzionamento di questa nuova struttura, nonostante la difficoltà di reclutare sul mercato del lavoro tutti gli operatori necessari in quanto, da un lato, la domanda da parte di tutti gli enti del SSN è aumentata contemporaneamente in modo esponenziale ed inoltre il sistema formativo non è ancora sufficientemente tarato per queste nuove esigenze. Per questo motivo la collaborazione con l’Ateneo è ancora più decisiva, da un lato perché abbiamo assunto i medici in formazione specialistica degli ultimi anni di corso, dall’altro perché l’Ateneo è un soggetto istituzionale importantissimo nell’orientare la programmazione formativa dei prossimi decenni”.


L’Azienda Ospedaliero – Universitaria ha assunto a tempo determinato, tramite bandi pubblici, medici in formazione degli ultimi anni iscritti alle scuole di specializzazione nelle discipline per le quali sono emerse situazioni di carenza di organico (in particolare Anestesia e Rianimazione, Malattie Infettive, Pneumologia, Medicina Interna, Medicina d’Urgenza). Per quanto riguarda il personale infermieristico, grazie alla collaborazione dell’Ordine delle Professioni Infermieristiche, che ha consentito di concludere in tempi rapidi l’iter di abilitazione per i neo-laureati, sono in acquisizione nei prossimi giorni ulteriori risorse, che si andranno ad aggiungere al flusso continuo di inserimenti che vengono effettuati. Questi rinforzi hanno consentito di garantire l’assistenza nei reparti COVID dovendo ricorrere in misura minore rispetto a marzo all’impiego di professionisti operanti in settori differenti, pur tenendo conto che l’organizzazione è dinamica in base alle effettive presenze del personale in servizio.
“Nell’augurare a tutti voi buone feste ci tengo a raccomandare ancora una volta di rispettare le regole di prevenzione della diffusione del virus. Noi siamo impegnati al massimo nella cura dei pazienti ma solo uniti nel rispetto delle regole potremo uscire da questa situazione come comunità” – ha concluso Vagnini.
“Il nuovo hub del Policlinico – ha affermato il Direttore Generale dell’Azienda USL di Modena, dottor Antonio Brambilla – oltre a entrare a pieno titolo nella nostra rete ospedaliera provinciale, ora nella gestione della pandemia e, in futuro, a disposizione delle diverse patologie non covid, ci presenta oggi un aspetto del nostro sistema sanitario che è quello dello studio e della ricerca scientifica. Il rapporto delle aziende sanitarie con l’Università non è solo un tratto distintivo del nostro territorio, ma un nodo vitale, in quanto è proprio dal reciproco scambio tra sogggetti diversi, oltre che tra diverse generazioni di professionisti sanitari, che il sistema modenese è stato ed è tuttora in grado di raggiungere riconosciuti livelli d’eccellenza, garantendo non solo la qualità dell’assistenza ma la qualità dei professionisti che vi operano, nei diversi luoghi di cura, anche quelli nuovi, e innovativi, che abbiamo messo in piedi come risposta alla pandemia. Mi unisco dunque al benvenuto al Magnifico Rettore e al Preside eletto di Facoltà, con l’augurio di un proficuo lavoro comune.
“Sono felice di vedere completata la realizzazione di questa struttura – dichiara il Prof. Carlo Adolfo Porro, Rettore di Unimore – che, come la sua omologa all’Ospedale di Baggiovara, contribuisce a salvare vite umane, come è apparso evidente in questi mesi, e a formare le giovani generazioni di anestesisti e rianimatori che nei prossimi anni svolgeranno la loro preziosa e delicata attività professionale nei nostri ospedali. Molti/e di loro, in particolare al quarto e al quinto anno della Scuola di Specializzazione, sono già impegnati/e attivamente sui malati. Vedere tanti e tante giovani prodigarsi con passione, competenza ed entusiasmo in un compito così difficile mi riempie il cuore di gioia e di speranza per il futuro: allo stesso tempo fa comprendere a tutti quanto sia fondamentale il ruolo dell’Università nel garantire una adeguata e solida preparazione professionale ai futuri medici specialisti. A questo proposito rivolgo un ringraziamento particolare all’Azienda Ospedaliero – Universitaria di Modena, all’AUSL di Modena e all’Azienda Usl-IRCCS di Reggio Emilia per aver permesso e agevolato la effettuazione dei tirocini necessari nonostante il momento non facile e complicato”.

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