Ecco dove saranno le antenne

Sul territorio di Carpi sono presenti 63 impianti e gran parte di questi sarà oggetto di riconfigurazione per l’inserimento del sistema 5G. “A oggi sono 10 le richieste di installazione di antenne che hanno ottenuto il parere favorevole di Arpae” precisa Giovanna Rubini responsabile dell’Unità specialistica Aria-Cem di Arpae Emilia Romagna.

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A Carpi sono 10 le richieste di installazione di antenne 5G che hanno ottenuto il parere favorevole di Arpae. A comunicarlo è Giovanna Rubini responsabile dell’Unità specialistica Aria-Cem di Arpae Emilia Romagna che premette: “il parere Arpae viene rilasciato all’interno di un procedimento di competenza comunale: valutiamo i progetti e trasmettiamo al Comune che decide sull’autorizzazione e sull’installazione degli impianti di telefonia”.

Quante sono le antenne 5G autorizzate a Carpi? Quali e quante saranno attive entro il 2022?

“Arpae ha rilasciato dieci pareri positivi per il 5G a Carpi: sette impianti sono di proprietà del gestore Iliad e funzioneranno alla frequenza di 700 Megahertz; tre impianti sono di Wind3 e funzioneranno alla frequenza di 3700 Megahertz.

E’ bene precisare che Iliad ha richiesto le autorizzazioni per i 700 MHz ancora non fruibili dalla telefonia perché questa frequenza adesso è in concessione alle tv digitali, per cui questi sette impianti 5G saranno attivabili a partire da luglio 2022 quando il digitale terrestre sarà spostato su altre frequenze, secondo disposizioni ministeriali.

Per quel che riguarda i tre impianti di Wind3, per ora non sono stati attivati per cui nella città di Carpi attualmente non è possibile usufruire del servizio 5G.

Si è parlato delle frequenze del 5G da 700 e 3700 megahertz ma esiste anche la frequenza 27 Gigahertz che riguarda l’internet delle cose e segnerà il vero cambiamento: non sarà più necessaria l’intermediazione della persona, ma ci sarà un colloquio diretto tra le antenne di trasmissione e gli oggetti. Succederà ad esempio nella guida autonoma, nella sanità o nella gestione delle industrie. Per questo tipo di rete servirà un numero più elevato di antenne ma con una potenza più bassa. Per ora non se ne hanno notizie, né sappiamo quando inizierà a svilupparsi”.

Quali sono i limiti stabiliti dalla legge?

“Oggi continuano a valere gli attuali limiti di legge che, in Italia, per le zone residenziali, è di 6 volt metro come media di valori nell’arco delle 24 ore. I limiti italiani sono tra i più bassi a livello mondiale e auspichiamo che tali rimangano anche per la regolamentazione del 5G. Nel caso in cui vengano installati dei nuovi sistemi 5G devono essere comunque garantiti i limiti vigenti: se un nuovo sistema 5G va a installarsi su un impianto esistente, come nel caso dei dieci impianti di Iliad e Wind3 , nel caso in cui i livelli non rispettino il limite, il gestore sarà obbligato, per poter essere autorizzato, a ridurre le potenze, agendo verosimilmente sui sistemi di più vecchia generazione come il GSM o l’UMTS.

Credo che in futuro, e questa è una mia considerazione personale, per poter sviluppare la rete 5G si arriverà a depotenziare sistemi che sono destinati a diventare obsoleti e ci sarà uno spostamento di potenza dai sistemi più datati al 5G. Non è escluso che vengano costruiti nuovi tralicci, non possiamo saperlo, però in generale questo potrebbe essere l’andamento. Può essere utile sapere che sul territorio di Carpi attualmente sono presenti 63 impianti e ipotizziamo che gran parte di questi sarà oggetto di riconfigurazione per l’inserimento del sistema 5G”.

Quale è il compito di Arpae sul 5G?

“Verificare che i limiti di esposizione della popolazione ai campi elettromagnetici siano sempre inferiori ai limiti fissati dalla normativa: noi svolgiamo un’azione di controllo affinché i limiti di legge siano rispettati a tutela dell’ambiente e della salute. Ci competono le valutazioni preventive, prima di rilasciare il parere che viene trasmesso al Comune ai fini dell’autorizzazione, e per le quali si tiene conto sia dei nuovi impianti sia di quelli già esistenti. Ad Arpae, inoltre, sono affidate le verifiche dopo l’installazione degli impianti, attraverso la misurazione del campo elettromagnetico non solo di un impianto, ma di tutti gli impianti che incidono per esempio sull’area di un balcone o di un piazzale. Interveniamo su richiesta dei Comuni perché Arpae è un organismo tecnico a supporto delle amministrazioni comunali”

Quali sono i motivi per cui il parere favorevole potrebbe essere negato?

“Il superamento del limite di legge è uno dei motivi per cui l’autorizzazione potrebbe essere negata. Oltre al parere favorevole di Arpa e Ausl entrano in gioco aspetti urbanistici, territoriali che riguardano prevalentemente le amministrazioni comunali. Tutti i pareri devono essere positivi affinché venga rilasciata l’autorizzazione all’installazione”.

Siamo di fronte a una nuova tecnologia per la quale ancora mancano studi approfonditi. Lei è preoccupata?

“Sono un tecnico, non un medico o uno scienziato, ma approfondirei gli aspetti che riguardano le frequenze più alte sulle quali è stato condotto un minor numero di studi. E’ anche vero che più si alzano le frequenze più l’interazione con il corpo umano si riduce e minori sono le preoccupazioni, ma è bene approfondire ancora”.

Sara Gelli

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