“Il nostro obiettivo? Arrivare a un nuovo ospedale in tempi brevi”

Nuovo Ospedale di Carpi, siglato il protocollo d’intesa tra Azienda Usl e Comune: “vogliamo arrivare al completamento dello studio di fattibilità entro marzo 2021”, spiega Antonio Brambilla, direttore generale dell’Ausl.

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Siglato il protocollo d’intesa che sancisce l’ingresso nella fase nevralgica della progettazione del futuro polo ospedaliero tra Azienda Usl di Modena e Comune di Carpi. “Una firma – sottolinea il sindaco Alberto Bellelli – che rappresenta l’inizio di un percorso concreto per dotare questa città di un nuovo ospedale”. La vetustà dell’attuale Ramazzini, “patchwork di edifici risalenti anche ai primi del ‘900” è sotto gli occhi di tutti, “non è più in grado di dare risposte alle esigenze cliniche richieste a un nosocomio all’avanguardia. Da troppi anni i nostri professionisti si devono scontrare con i limiti strutturali e impiantistici di questi obsoleti locali”.

Alcuni stanno chiedendo di ricostruire il Ramazzini in loco. L’ospedale dev’essere nuovo non la mera ristrutturazione del vecchio. Il rischio di rifarlo lì, in modo progressivo, è quello di vedere reparti trasferiti a Modena che poi non torneranno a casa…”. Oggi, prosegue il primo cittadino, “abbiamo davanti una timeline precisa, un calendario serrato che impegna ciascuno dei soggetti coinvolti”.

La progettazione sarà graduale, a cominciare dallo studio di fattibilità: nel documento di cooperazione istituzionale firmato dalle due istituzioni, infatti, è previsto l’impegno dell’Ausl a redigere uno studio di fattibilità che consenta di individuare con maggior precisione l’area in cui insisterà il nuovo edificio. Ciò permetterà agli uffici comunali di avviare le procedure necessarie ad adottare la variante urbanistica relativa all’area individuata in sede di Conferenza Territoriale Sociale e Sanitaria (CTSS). Obiettivo di Ausl e Comune è di “arrivare al completamento dello studio di fattibilità entro marzo 2021”, aggiunge Antonio Brambilla, direttore generale dell’Ausl.

Sull’ubicazione del futuro polo ospedaliero il primo cittadino conferma l’ipotesi avanzata da tempo, ovvero a Nord – Ovest della città, aldilà della tangenziale e della Statale per Fossoli, “una localizzazione non certo voluta da me, bensì approvata in sede di Conferenza Territoriale Sociale e Sanitaria, e che renderebbe la struttura facilmente accessibile per tutta l’Area Nord. Ricordiamo infatti che questo ospedale verrà costruito anche grazie all’assenso dell’intera Conferenza territoriale socio sanitaria e sarà il più grosso investimento in provincia sul fronte sanità”.

Il nuovo ospedale non può sorgere sulle ceneri del vecchio, ribadisce Brambilla, “l’idea è quella di shiftare dal vecchio al nuovo ospedale senza soluzione di continuità, solo così la collettività potrà contare su un’adeguata attività ospedaliera senza alcuna interruzione. La scelta dell’ubicazione è stata condivisa in CTSS e risponde a varie necessità, in primis la facilità di accesso per tutta l’Area Nord”.

Contestualmente alla costruzione ex novo del nosocomio, verrà realizzata entro la fine del mandato di questa Giunta, “la connessione della zona industriale di Carpi a quella di Fossoli. Mettere l’ospedale su quella traiettoria è del tutto strategico in termini di accessibilità”, conclude Alberto Bellelli.

“In fase di redazione del progetto di prefattibilità del nuovo ospedale è stata valutata con attenzione l’ipotesi di realizzarlo sul sedime originario ma vi sono troppe problematiche relative alla logistica, alla dotazione di parcheggi… per non parlare poi della rigidità della struttura che non permetterebbe un’evoluzione in corso d’opera né la realizzazione di un eliporto”, spiega l’assessore all’Urbanistica Riccardo Righi. L’ospedale verrà dunque eretto all’interno del quadrante compreso tra la Bruno Losi e la nuova infrastruttura di completamento della Bretella: “un’ubicazione – conclude Righi – che garantirà un perfetto collegamento tra Carpi e Modena e tra Carpi e Mirandola. Spetta ora al gruppo di lavoro istituito decidere esattamente in quale parte del quadrante inserire la struttura”.

Una volta terminato lo studio di fattibilità si procederà all’acquisizione delle aree tramite procedura espropriativa adottata dal Comune per conto dell’Ausl, che si farà carico poi dei relativi indennizzi. Grazie alla collaborazione avviata con Cassa depositi e Prestiti, che fornirà supporto nelle fasi di sviluppo dell’opera, da quella preliminare sino all’avvio dei cantieri secondo uno specifico protocollo d’intesa, sarà infine predisposta la procedura di gara per individuare il soggetto che si occuperà della realizzazione della struttura.

A fare luce sul piano economico è invece Gerardo Bellettato, direttore del Servizio Unico Attività Tecniche Ausl: “il fabbisogno stimato nello studio di prefattibilità al momento è di 120 milioni di euro. Ad oggi i finanziamenti ammontano a 67 milioni di euro (di cui 57 assegnati dal CIPE, Comitato interministeriale per lo sviluppo economico, 3 da fondi della Regione Emilia Romagna e 7 da finanziamenti ex comma 14 art. 1 legge 160/2001), l’Azienda sanitaria continuerà ad attivarsi per reperire i fondi necessari tramite l’accesso a finanziamenti statali, regionali o pubblici in genere”. Lo studio di fattibilità avrà come scopo primario, conclude Bellettato, “quello di trovare la soluzione migliore per erigere un nosocomio tecnologicamente avanzato, autosufficiente dal punto di vista energetico e flessibile per rispondere così alle esigenze future della nostra sanità. Il nostro obiettivo è quello di arrivare a un nuovo ospedale in tempi brevi”. Ma sui tempi nessuno si sbilancia.

Jessica Bianchi

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